[oblo_image id=”7″]Porta sul palco la sua storia Ramzi Aburedwan. Quella della sua passione per la viola che lo ha salvato dal campo profughi di Al Amar, nella striscia di Gaza, e ha esaltato il suo talento in Europa e negli Stati Uniti.

Ancora bambino Ramzi ha conosciuto la ‘guerra delle pietre’, la prima Intifada esplosa contro Israele nell’88. Involontariamente ne è stato il simbolo, grazie a un giornalista della Reuters che lo ha fotografato mentre lanciava un sasso contro un carro armato americano. Quella foto fece il giro del mondo e fu stampata su volantini e manifesti.

Poi conosce la musica e incontra il maestro Mohamed Fadel che gli fa scoprire la viola e grazie al quale ottiene una prima borsa di studio per volare a Parigi. Adesso Ramzi ha 27 anni, ha suonato in Francia, a Londra e negli Stati Uniti, ma è tornato a Ramallah, nel cuore della tensione tra Israele e Palestina, per fondare una scuola.

Al Kamandjati, il violinista, è il nome di questo istituto e anche quello dello spettacolo che la Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Festival Ultima Oslo Contemporary Music presenta in anteprima il 29 e 30 novembre e il primo dicembre a Roma, all’Auditorium Parco della Musica.

[oblo_image id=”8″]Una storia affascinante vissuta con le parole della giornalista Amira Mas, unica israeliana che ancora scrive dai territori occupati, gli interpreti Moni Ovadia e Mohammad Bakri, famoso attore palestinese che reciterà in arabo, e il video girato quest’anno da Marco Dinoi nella scuola di Ramallah.

Con Ramzi Aburedwan, sul palco, anche il quartetto d’archi norvegese Trondheim Soloists e l’Ensemble Dal’ouna, composta da maestri e allievi della scuola Al Kamandjati.  Un cast multietnico che fa dialogare culture in conflitto e che, dopo Roma, sarà presentato proprio a Ramallah, prima di partire in estate per alcune tappe in Norvegia.

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