E’ morto Julien Gracq, scrittore francese considerato l’ultimo esponente del movimento surrealista, autore di 19 romanzi tradotti in 13 lingue.

[oblo_image id=”2″]Gracq e’ morto ieri sera, in un ospedale di Parigi, all’eta’ di 97 anni. Una settimana fa il romanziere si era sentito male ed era stato ricoverato. Julien Gracq, pseudonimo di Louis Poirier, nacque il 27 luglio 1910 a Saint Florent le Vieil en Maine et Loire. Dopo i brillanti studi al Liceo Henri IV di Parigi, all’Ecole Normale Supérieure, poi Scienze Politiche, ottiene una cattedra come professore di ruolo di storia e geografia. Nel 1938 scrive il suo primo romanzo Au château d’Argol, che passerà però del tutto inosservato, André Breton lo annovero’ tra le opere maggiori del surrealismo. Questo racconto è una sorta di “palinsesto”, nel quale vengono a sovrapporsi diversi testi del XIX secolo (Edgar Allan Poe, Wagner e Balzac).

A partire dal 1947 e fino alla pensione nel 1970, Julien Gracq insegnerà storia e geografia al Liceo Claude Bernard di Parigi. La sua carriera di professore verrà interrotta solamente dalla guerra: sarà prigioniero dal giugno 1941 al febbraio del 1942. Nel 1945 pubblica Un beau ténébreux; nel 1951 rifiuta il Premio Goncourt, conferitogli per Le rivage des Syrtes. In quest’ultimo racconto l’autore farà i conti con il bel paesaggio romano.

Il suo rifiuto determino’ un vero e proprio scandalo letterario ma Gracq fece sapere che la sua decisione fu dettata dalla coerenza con le tesi sostenute nel romanzo. Nel 1989, dopo molte insistenze e precedenti rifiuti, Gracq accetto’ che la sua opera completa entrasse nella prestigiosa collana ”La Pleiade” di Gallimard. Nel 1992 pubblica Carnets du grand chemin. Consacrati ai ricordi dell’infanzia e della giovinezza sono Les eaux étroites (1976) e La forme d’une ville (1985). Da quasi vent’anni Gracq si era ritirato a vivere a Saint-Florent-le-Vieil, il villaggio dove era nato.

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