[oblo_image id=”1″]In un Teatro Regio affollato come per le grandi opere liriche, è finalmente iniziato ufficialmente il 26° Torino Film Festival, presentato anche quest’anno dal regista Nanni Moretti. L’edizione 2008 ha visto come film iniziale la nuova e controversa opera del regista americano Oliver Stone “W.”, che narra la storia del presidente George W. Bush.
Il pubblico torinese ha dedicato un lunghissimo applauso al regista statunitense, che ha esordito con “Su questo palcoscenico dovrei, forse, mettermi a cantare un’opera lirica” e poi, parlando del film, ha continuato dicendo che “questo film è basato su una storia vera, che non tutti conoscono. E’ stato possibile raccontarla solo grazie all’incessante lavoro di numerosissimi ed instancabili reporter americani. Questa è la storia di un uomo che è stato troppo a lungo sottovalutato e che, proprio grazie a questa sottovalutazione, è riuscito a fare quello che è sotto gli occhi di tutto il mondo.”
Il film è stilisticamente diverso dalle opere a cui ci aveva abituato, in passato, il cineasta americano, come “Natural Born Killers”, “Ogni maledetta domenica” e “Wall Street”.
[oblo_image id=”2″]Stone descrive Bush “Junior”, come viene spesso chiamato nel film dall’ingombrante figura del padre, in modo molto diretto, non censurando nulla e calcando spesso la mano sui problemi con l’alcool avuti in passato dall’ormai ex presidente americano. Il regista sottolinea, in modo molto marcato, anche la conversione religiosa del presidente e la sua convinzione di essere arrivato alla Casa Bianca “per volere di Dio”, nonostante i suoi interessi fossero ben distanti dalla vita e dalla carriera politica.
Stone, senza mai comunque rappresentarlo sullo schermo, sottolinea inoltre l’ingombrante figura del figlio prediletto dal padre, il fratello Jeb ex governatore della Florida.
Criticato in patria dagli anti-Bush come pellicola troppo “soft” sull’odiato ex presidente, Stone ha dato un’immagine su Bush spesso irrisoria, descrivendo le sue numerosissime “uscite fuori luogo” e imbarazzanti, che fanno più pensare ad un presidente “non all’altezza” della situazione piuttosto che alla figura di un “astuto burattinaio” del nuovo ordine mondiale.
Le parti più divertenti, e probabilmente più provocatorie, sono le accese discussioni che vedono come protagonisti W. Bush insieme ai suoi collaboratori, su tutti il Segretario di Stato Colin Powell, sulle guerre in Iraq e in Afganistan, che somigliano più ad una partita a Risiko, con annesse bandierine sugli Stati conquistati, che allo Staff presidenziale degli Stati Uniti d’America, in cui non vengono risparmiate velenose sfrecciate sull’incompetenza politica e strategica dell’ex presidente.
Il 26° TFF ha aperto i battenti con due grandi di Hollywood, presente al Regio anche il regista Polansky, applauditissimo dal pubblico piemontese.
Vedremo, con molta curiosità e trepidazione, cosa ci riserverà nel corso della manifestazione, che si chiuderà il 29 novembre.