[oblo_image id=”1″]Sono passati 17 anni da quando la Commissione ecclesiale della CEI “Giustizia e pace” ha presentato il documento «Educare alla legalità». Già da allora si parlava della “caduta del senso della moralità e di legalità nelle coscienze e nei comportamenti di molti italiani“. A Bisceglie, durante un incontro tenutosi presso la Parrocchia della Misericordia alla presenza di S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri, si è fatto il punto della situazione su questo scottante tema. E non è emerso un quadro confortante. A denunciarlo è don Tonio Dell’Olio, responsabile Area Internazionale di Libera, associazione che opera a livello nazionale dal 1995 e che si occupa di promuovere legalità e giustizia.
“Non abbiamo ancora imparato che il rispetto della legge, l’onestà sono valori importanti. Non c’è quindi la mentalità di affermare la legalità” – ha ricordato don Tonio. Bisogna educare degli ottimi cristiani ma soprattutto cittadini onesti per una società più giusta. Spesso però si fa strada l’arroganza, l’abuso, la prevaricazione, la complicità, la collusione, tutti segnali di mafiosità che costituiscono il “cancro” della società civile dei giorni nostri.
Ecco quindi l’importanza di continuare quel processo di educazione alla legalità che deve partire dalle scuole, che deve coinvolgere la chiesa in tutte le sue componenti. Lo Stato “sociale” che deve arrivare prima nelle realtà difficili, ancor prima che intervengano le forze dell’ordine o la magistratura, quando cioè è ormai troppo tardi.
“I fenomeni illegali sono conosciuti – ha ammesso il Dott. Pino Scelzi, Sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, – ma non sempre si riesce a trasformarli in processi“. Quando ciò avviene però i “signori” dell’illegalità riescono a sottrarsi dal regime carcerario.
Tuttavia qualche segnale incoraggiante arriva dall’applicazione della Legge 109/96 che ha disposto l’uso sociale a favore di cooperative, dei beni confiscati e sequestrati alla mafia. Questo è il potere di un segno, per usare un espressione tanto cara al compianto Don Tonino Bello, contro i segni del potere delle mafie.