E’ possibile una discussione on line tra giornalisti e capi? Da oggi si grazie a Reporterist.com, una sorte di E-bay per i giornalisti, specie free lance, che vogliono discutere con i capi delle redazioni sui loro pezzi e contrattarne anche il corrispettivo in denaro. L’idea è venuta a una coppia, lei laureata alla Scuola di giornalismo di Berkeley e lui un ex ingegnere che lavorava ad Amazon proprio per permettere alle due categorie di incontrarsi verbalmente su una piattaforma dove poter presentare i propri lavori e poterne valutare la pubblicazione. In un’intervista rilasciata a Online Journalism Review (OJR), Sindya Bhanoo dice di essersi resa conto di come le informazioni arrivino sempre in ritardo e a dei costi assurdi al lettore. Racconta infatti come: “Il processo del ‘lancio’ di un articolo e della sua pubblicazione ha avuto finora dei vuoti. Con le attuali tecnologie mi sembrava che potesse essere realizzato in un modo molto più veloce e snello”. La giornalista assieme al compagno asserisce infatti: “Abbiamo parlato con molti direttori. E loro ci hanno detto che con i tagli dei costi, c’ è molto bisogno ora di un lavoro freelance di alta qualità, ma che è difficile trovare dei freelance fidati a cui rivolgersi. Un direttore riceva qualcosa come 500 mail al giorno e non ha il tempo per cercare fra di esse per individuare le cose migliori”.
Reporterist.com funziona così: i giornalisti posizionano sulla piattaforma on line il loro lavoro, fornendo come tempo massimo due settimane per far si che il direttore delle redazioni possa esaminarlo e valutarlo attentamente. Oppure, si può mettere sul sito pezzi giornalistici che non hanno scadenza o servizi non legati al tempo in maniera imprescindibile.

Anche se a Reporterist.com assomiglia alla famosa asta on line E-bay, la Bhanoo mostra le differenze. Visto che i giornali tendono a pagare una quota fissa, non ha senso l’asta: i giornalisti fissano un prezzo base o possono accettare il compenso stimato per i freelance.

Reporterist.com è stato realizzato in collaborazione con UC-Berkeley’s Graduate School of Journalism, ma anche la Columbia University si è dimostrata interessata.

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