Una totale immersione nella natura, tra spazi incontaminati o agresti poco importa; un sentimento comune, una volontà di allontanarsi dalla frenesia cittadina per ritrovare i piaceri di una vita più semplice. Ecco l’atmosfera che si respira nelle sale della Pinacoteca Züst a Rancate dedicate alla mostra “La pittura del vero – tra Lombardia e l’Italia”, che rimarrà aperta fino all’8 dicembre di quest’anno.
[oblo_image id=”2″]Obiettivo dichiarato della mostra è il cercare di rendere esplicita ed analizzare una consuetudine sviluppatasi da alcuni artisti soprattutto dalla seconda metà dell’Ottocento, ovvero lo studio della natura dal vero o, per dirlo alla francese, en plain air. L’approfondimento della tecnica esecutiva di ogni artista non è dato importante, e forse questo può essere l’unico appunto da muoversi contro i curatori, che danno quasi per scontata la conoscenza da parte del visitatore di ogni singolo artista, un fatto che potrebbe lasciare delle lacune nello stesso visitatore. Divisionismo, impressionismo, macchia, etc…, non importa il mezzo, ma il fine, ossia la resa del vero attraverso l’indagine naturalistica. E poco importa se Segantini, di cui sono presenti diverse opere pre-divisioniste e artista comunemente noto per il carattere simbolico delle sue opere, sia posto sullo stesso piano di un Berta o di un Filippini, l’uno paesaggista, l’altro reporter di scene di vita contadina scevre di ogni idealizzazione (così come il ticinese Luigi Rossi, ampiamente rappresentato in mostra).
Figura trainante dell’intera rassegna è pero Filippo Carcano, al quale è stata riservata un’intera sala in quanto considerato il padre del naturalismo lombardo: di questo artista colpisce il debito, evidente nella maggior parte dei dipinti, verso la pittura impressionista d’oltralpe, per mezzo della quale cerca di restituire l’immediatezza della propria visione.
Oltre al paesaggio, un altro tema trattato dalla mostra è quello della natura morta, della quale, nei cartelli esplicativi, se ne sottolinea il carattere arredatore: insomma, gran parte di queste nature morte sarebbero state commissionate agli artisti direttamente dalle famiglie borghesi, affascinate da questo genere artistico che ben si adattava alla [oblo_image id=”1″]decorazione delle loro case. Certamente, però, oltre a questo primo livello di interpretazione, si possono intendere parte delle nature morte come studi condotti dagli artisti per esercitarsi ulteriormente sullo studio degli oggetti, come sembrerebbero dimostrare le uova in padella di Angelo Morbelli, sicuramente molto originali.
Ultima tematica affrontata è quella del ritratto, in cui è data attenzione al carattere psicologico del soggetto, colto in meditazione o intento in una qualche attività. Nel corpus proposto si possono notare due tipologie ritrattistiche: una post-scapigliata, con fondo neutro, che permette all’artista di concentrarsi prevalentemente sul soggetto; l’altra attenta anche al contesto in cui inserire il soggetto, dove ovviamente l’attenzione è riservata anche al carattere naturalistico del contesto stesso.
La pittura del vero – tra Lombardia e Canton Ticino
Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate (Canton Ticino, Svizzera)
21 settembre – 8 dicembre 2008
martedì – sabato: 9.00-12.00 / 14.00-17.00; domenica: 10.00-18.00