[oblo_image id=”2″]In occasione del centenario della nascita di Henri Cartier-Bresson, lo Shenker Culture Club ha organizzato una mostra itinerante di 14 immagini originali dell’autore, tutte firmate dallo stesso in margine ad inchiostro e con timbro a fronte. Gli scatti sono stati realizzati fra il 1932 e il 1965, e immortalano diversi soggetti o paesaggi. Il leggendario fotografo nasce nel 1908 a Chantelup, vicino Parigi, da una nobile famiglia. Fin da giovane manifesta una netta predilezione per il disegno e per la pittura, frequentando spesso i circoli surrealisti. Non è però così immediato il suo interesse e il suo approccio verso la fotografia: soltanto nel 1931, durante un lungo viaggio in Africa, avverte la necessità di comprare la sua prima macchina fotografica, col semplice scopo di utilizzarla come strumento per fissare la realtà mutevole. Questa modalità d’uso gli conferirà meritata celebrità per essere riuscito a restituire degli aspetti del tutto simili a quelli notati dall’occhio umano.

[oblo_image id=”1″]Catturare attimi significativi dell’ambiente circostante diventa per lui una forte passione, a tal punto da indurlo ad occuparsi ben presto di cinematografia documentaria, anche se non in maniera definitiva. Del resto, sono solo due le pellicole rimaste nella memoria: Return to life del 1937 e Le Retour del 1945, senza considerare la sua partecipazione (non in veste di regista, bensì di assistente) al capolavoro di Jean Renoir La regola del gioco del 1933.

[oblo_image id=”3″]L’altra tappa fondamentale del percorso artistico del maestro è segnata dalla costituzione nel 1947 della Agenzia Magnum insieme a Robert Capa, David Seymor e George Rodger. Passeranno di qui, lasciando dei rilevanti contributi, i più grandi fotografi del Novecento (es. Elliott Erwitt, Renè Burri, Ferdinando Scianna, Martine Frank, Leonard Freed). Tale impegno professionale lo porta a viaggiare tantissimo. Più volte ha la fortuna di trovarsi al posto e all’istante giusto, potendo così fotografare fatti emblematici della storia internazionale (es. il passaggio della Cina a Repubblica Popolare, le ultime ore di vita di Gandhi e i suoi funerali, ecc…).

[oblo_image id=”4″]Proprio durante quel periodo, egli sviluppa il concetto che lo rende famoso: il cosiddetto “momento decisivo”. Egli pensa e intuisce che sia impossibile ottenere una composizione perfetta con un banale scatto. Così, mentre lavora, si preoccupa unicamente di afferrare e cogliere al volo l’attimo più significativo di una circostanza. Truman Capote, che ha affiancato l’artista durante alcuni suoi reportage, lo ha descritto come un uomo molto concentrato sulla propria attività. Armato di tre o quattro Leica (tipo di macchina ritenuta ideale) appese al collo e dopo aver trovato una buona inquadratura, Bresson aspetta instancabilmente, fermo sul luogo, che qualcosa accada. Per tale comportamento viene spesso paragonato al ragno che, appostato all’angolo della sua ragnatela, attende paziente l’arrivo della preda.

Sulle esperienze avventurose dell’indimenticato fotoreporter e su particolari aneddoti della sua vita, è incentrata la biografia di Pierre Assouline, ovvero uno dei maggiori confidenti di Cartier-Bresson. La versione italiana del volume, edita da Photology, viene presentata in anteprima a Roma in occasione di questa esposizione, intitolata “Classics”. Come ci ricorda lo scrittore in queste pagine, dal modo di agire di Bresson è possibile trarre la seguente lezione: “vivere il momento presente, solo questo vale. La vita è immediata e folgorante. Il presente appartiene già al passato. Questo è ciò che insegna la sua Leica”.

Sede: Shenker Culture Club – Piazza di Spagna 66, Roma
Periodo: dal 12 Dicembre 2008 al 28 Marzo 2009 (da Aprile la mostra si sposterà presso la sede Shenker di Torino, per poi proseguire in altre città italiane)
Orario: dal lunedì al venerdì 10.00-19.00; sabato 10.00-13.00
Sito Internet: www.shenker.com
Ingresso libero

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