[oblo_image id=”3″]A Roma, fino al prossimo 27 Gennaio, è in corso la più vasta mostra sul movimento della Pop Art mai realizzata in Italia. Comprendente oltre 100 opere risalenti a un periodo che va dal 1956 al 1968, il percorso espositivo non segue un ordine cronologico bensì tematico. La prima sezione, ad esempio, è interamente dedicata alla trasformazione dell’oggetto in logo. La sfavillante tela intitolata Custom Painting No 5 (1965) di Peter Phillips, sembra quasi il cartellone pubblicitario di una macchina, mentre Andy Warhol con Brillo Box (1964-68), riesce addirittura ad assegnare del valore artistico ad una semplice confezione di sapone.

[oblo_image id=”1″]Visitando le sale successive, sarà poi impossibile non notare i ritratti delle numerose icone dello star system cinematografico, musicale e sportivo, ideati utilizzando tantissimi materiali e tecniche differenti (es. la serigrafia My Marylin di Richard Hamilton, il collage Cassius Clay di Joe Raffaele, l’olio su tela, polistirene e corda Brigitte Bardot di Christo, la stampa fotografica Sinatra di Fabio Mauri, il gruppo Mae West con Shirley Temple & W.C. Fields in tessuto, legno e plastica di John Haworth , il manifesto del film La Dolce Vita di Mimmo Rotella, composto con la tecnica del decollage, nonché la sorprendente composizione di Mel Ramos, che in Virnaburger raffigura l’attrice Virna Lisi seduta su un panino gigante). Non mancano nemmeno i riferimenti ai grandi eventi politici e sociali dell’epoca: Gerald Laing ha deciso di rappresentare l’assassinio di Kennedy, mentre Derek Boshier ha voluto immortalare gli astronauti, visti come incarnazione contemporanea del mito di Icaro.

La terza sezione tratta invece della particolare attenzione che gli artisti Pop hanno dimostrato verso la cultura bassa (cioè il fumetto, l’illustrazione e la pubblicità) e i pittori del passato. Focalizzandosi sugli esponenti italiani presenti, Leonardo (1963) di Mario Schifano e Le cortigiane da Carpaccio (1966) di Giosetta Fioroni sono un chiaro rimando al Rinascimento e alla sua raffinata cultura.

[oblo_image id=”2″]L’ultima parte dell’evento, infine, è incentrato sulla nuova lettura e immagine del corpo e della sessualità che si afferma proprio in quegli anni. Come dimenticare le provocanti pin ups di Allen Jones o l’ammiccante ragazza moderna in Little Aloha (1962)di Roy Lichtenstein (quadro scelto fra l’altro per corredare i depliant pubblicitari dell’esposizione)? Per i necessari approfondimenti, è disponibile un catalogo di 300 pagine con introduzione e schede esplicative scritte da Walter Guadagnini, oltre ai saggi di Lorand Hegyi e di Daniela Lancioni, riguardanti rispettivamente la Figuration Narrative e lo straordinario successo riscosso dalla Pop Art alla Biennale di Venezia del 1964.

Sede: Roma, Scuderie del Quirinale, Via XXIV Maggio 16
Orari: da domenica a giovedì 10.00 – 20.00; venerdì e sabato 10.00 – 22.30 (l’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura).
Ingresso: Intero € 10 – Ridotto € 7,50
Informazioni e prenotazioni: tel. 0639967500 (singoli, gruppi e laboratori d’arte), tel. 0639967200 (scuole). Sito Internet: http://www.scuderiequirinale.it/

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