[oblo_image id=”4″]In linea generale, si può affermarecon certezza che la corrente fiamminga è nata nel Quattrocento persvilupparsi però maggiormente nel secolo successivo. La tecnicaprincipale dei capolavori appartenenti a questo stile, inoltre, èquella a olio, che allora era considerata una vera novità,soprattutto visto che furono gli stessi creativi nordeuropei aperfezionarla. Molti di essi furono avviati al mestiere pressobotteghe di alta reputazione, come ad esempio quella di Jan vanEyck, situate di solito in grandi centri abitati (Anversa, Bruges,Bruxelles, Gand, ecc…). Ma fu Brueghel, ovvero un comunissimopaesino delle Fiandre, a dare i natali a una stimata famiglia dipittori fiamminghi, da cui loro presero il nome per distinguersidagli altri colleghi. È proprio su tali personaggi dalla bravuraindiscutibile che l’esposizione tenutasi al Chiostro del Bramante èstata incentrata. Questa è stata anche un’occasione proficua perspiegare ai visitatori le differenze che intercorrono fra i quadri diBrueghel il Vecchio e Brueghel il Giovane: il primo, infatti, èstato influenzato senza dubbio dalla gilda di San Luca di Anversa acui era iscritto e dal suo viaggio in Italia che durò ben tre anni.A suo figlio Jan, ribattezzato in ambito artistico Jan il Vecchio, fuinvece riconosciuta la particolare abilità di trasporre sulla tela ipaesaggi. Molto ben definita nei contorni e nelle tonalità nitide,poi, è la pittura di Brueghel il Giovane, figlio di Jan e nipote diBrueghel il Vecchio. Una delle più interessanti sezioni della mostraromana, del resto, è quella dedicata ai quadri allegoricidell’artista, ricchi di elementi scenici e con accostamenti dicolori straordinari (in primis le storiche “Allegorie dell’udito”e “Allegoria dell’olfatto”, raffiguranti rispettivamentenumerosi strumenti musicali e fiori). Si tratta di allegorierealistiche, al contrario di quelle molto più simboliche diHieronymus Bosch, considerato il maestro di Pieter Brueghel ilVecchio. È proprio per questo motivo che è stato scelto un quadrodi Bosch per aprire la mostra, ovvero la rappresentazione de “Isette peccati capitali” (1500 circa) in chiave fantasiosa egrottesca. Molte, infine, sono le nature morte riproposte lungo ilpercorso espositivo, in primo luogo quelle dedicate ai vasi con varietipologie di fiori, soggetti amati da diversi artisti fiamminghi, fracui Ambrosius o Jean Pieter Brueghel.

Le 100 opere selezionate per l’eventoal Chiostro del Bramante, insomma, sono riuscite nell’insieme aricostruire la storia e le caratteristiche fondamentali della pitturafiamminga, genere artistico solitamente un po’ trascurato in Italiae nei Paesi Mediterranei, cioè quelli più lontani dalle tradizioniculturali del Nord Europa. Per approfondire l’argomento, è statopubblicato il catalogo della mostra da Silvana Editoriale “Ladinastia dei Brueghel” al costo di 25 euro.

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