[oblo_image id=”5″]La Juventus festeggia i suoi 110 anni con una mostra a Palazzo Bricherasio. Entrando nella prima sala si viene immediatamente stregati dai filmati che vengono proiettati; da lì in poi, in ogni sala, ci sarà un video a tema.

Classe, estro e fantasia è il primo salone. Il tifoso medio da quanto posso aver notato, si immerge nella storia dei vari talenti bianconeri: Del Piero, Boniperti, Zidane, Sivori, Platini, Camoranesi. Ma quando ci si volta, due grandi opere d’arte attirano l’attenzione. Il primo è “Dipinto del bambino Gesù”, quadro di Pinturicchio (allievo del Perugino) che come ogni tifoso, bianconero e non sa, fu l’artista usato come paragone dall’Avvocato Agnelli per dare un volto artistico alle “pennellate” di Alessandro Del Piero. La seconda opera in cui ci imbattiamo è “Table” di Yves Klein. Questa sua opera in poliestere blu, viene comunemente associata al grande bleu della casacca  nazionale francese, che fu indossata dagli estrosi Platini e Zidane.

[oblo_image id=”4″]La seconda stanza è intitolata ai grandi Gladiatori che hanno indossato la storica maglia a strisce bianconere. Qui sono Charles, Gentile, Tardelli, Scirea, Furino fino a recenti allenatori come Lippi, i veri protagonisti. Accostati a questi grandi, ci sono come a tema della mostra, le opere d’arte. Qui spicca un Giorgio De Chirico. “I tre gladiatori” che vuole simboleggiare il cuore Juve, la passione di una squadra che non molla mai, la grinta messa al servizio del talento. Ma non finisce qui, la stessa sala ci mostra altre splendide e comunicative bellezze, come “Busto virile” di Mario Sironi e “Atteggiameni supremi” di Bonavita.

Proseguendo sulla sinistra un marmo di dimensioni ragguardevoli desta curiosità, si tratta di una lapida marmorea con su scritto “Aire de Buenos Aires”. Questo è anche il titolo della composizione, di Antonio Trotta; l’opera viene abbinata a Mauro German Camoranesi, per la sua diversità nell’essere, per i suoi calzettoni abbassati, per i capelli al vento. A fianco, Lucio Fontana, con lo stile inconfondibile, mostra il suo “Concetto spaziale” al quale viene associato Enrique Omar Sivori.  El Cabezòn, il primo grande genio juventino, è nel calcio ciò che Fontana è nell’arte, colui che vuole andare oltre, squarciando il buio e abbandonando la bidimensionalità.

[oblo_image id=”1″]Nella sala più grande viene raccontata l’estetica del bianco e del nero. Diverse le opere di interesse. Il bersaglio di Mario Consiglio che con “Target” simboleggia il raggiungimento di uno scopo o con Michael Scott che con “Il bianco e il nero” gioca con i sensi, abbagliando, come la grande Juventus.
Francesco Di Clemente, artista degli anni 80, disegna 15 giocatori juventini come eroi per una impresa.

Ma appena si entra nella sala maestra, non si può fare a meno di venire entusiasmati dal dipinto di Giovanni Agnelli. Nel 1972, il grande Andy Warhol, lo ritrasse lasciando trasparire il suo spirito nobile e trasgressivo che lo ha reso celebre al mondo, lui era l’italian style. La sala affianco ha come protagonista Enrico Paolucci, portiere della Juve degli anni 20, che a metà del secolo dipinse una donna (“Cappotto rosso” si intitola) seduta su una poltrona a strisce bianconere. “Torino siamo noi”, è la sala che dimostra l’attaccamento alla città da parte dei tifosi e dei giocatori, la mitica storia della società di corso Galileo Ferraris nel suo scenario cittadino.

[oblo_image id=”3″]Ed ecco che arriva la sala dei trofei, la sala che qualsiasi tifoso sente di più. Per motivo di spazio non sono presenti tutti, ma spiccano senza dubbio l’ultima coppa dei campioni e quella intercontinentale del 1985. In primissima fila anche gli scudetti: il primo, il decimo della prima stella, il ventesimo della seconda e gli ultimi. Probabilmente con tono polemico, sono stati anche lasciati gli spazi per i due scudetti revocati, che ogni juventino sente come fossero stati espropriati.

Si ammira anche l’umiltà della società, che non manca di proporre lo scudetto della serie B, una coppa che la Juve ha vinto con orgoglio, nonostante il palcoscenico poco adatto.

[oblo_image id=”2″]Prima di uscire, bisogna però entrare nella stanza dei ricordi, delle gioie e delle vittorie. L’appartenenza, le belle bandiere è la sala che contiene le maglie dei grandi campioni. Appese al muro, sono lì e possono essere toccate, da quella più vecchia di Sivori a quella più recente del portierone Gianluigi Buffon. E’ proprio una collezione ricca ed entusiasmante.

Con questa mostra è un vero paradiso Palazzo Bricherasio, non solo per chi ama la Juventus, ma per i veri intenditori di calcio e arte.

Per informazioni www.palazzobricherasio.it

BIGLIETTI:
Intero: € 3,00
Bambini (6 a 14 anni): € 1,00
L’incasso sarà devoluto alla Fondazione Crescere insieme al Sant’Anna