[oblo_image id=”1″] A fine partita ti tornano in mente dei fotogrammi come se si trattasse di un film d’autore. Del Piero che riceve la maglia originale di Gaetano Scirea in un simbolico passaggio di consegne tra capitani, Inzaghi con la sua famelica voglia di gol che non si sazia neanche ora che ha 35 candelline sul groppone e neanche dopo i fischi del pubblico bianconero che lo ha dimenticato in fretta, Sissoko che frana a terra dopo un brutto fallo di Bonera e si rialza stoicamente invocato da uno stadio che lo ha già eletto a nuovo idolo, la smorfia che sa di presentimento di Maldini dopo che l’arbitro Rocchi decreta la punizione da cui nascerà il 3-2 definitivo. Juve-Milan è stato tutto questo e molto altro ancora. E’ stata soprattutto la risposta sul campo a chi continuava a lanciare stilettate sul nostro calcio etichettandolo come povero di moneta e di idee, sempre più succube dello strapotere della Premier League Inglese. Perchè sarà pur vero che oltremanica hanno lavorato benissimo creando modelli vincenti ma prima di lasciarci prendere dall’invidia potremmo iniziare a goderci ciò che hanno offerto due grandi storiche del nostro calcio.

Si diceva che soltanto corazzate come Liverpool e Arsenal potessero offrire uno spettacolo pari al ritorno dei quarti di finale di Champions ad Anfield Road. Abbiamo visto che anche dalle nostre parti, il calcio sa ancora regalare emozioni vibranti per 90 minuti. Una girandola di colpi di scena con una Juve che dimostra tutta la sua compattezza nel portare a casa una gara apparentemente in discesa dopo il gol di Del Piero e improvvisamente in salita dopo la doppietta di Inzaghi. Una Vecchia Signora che mantiene la calma dei forti e lo spirito dei guerrieri nel ribaltare il risultato con Hasan Salihamidzic, uno dei protagonisti meno annunciati alla vigilia che si ritrova ad essere eroe per un giorno. Ma onore ai vinti. A chi sta vivendo con dignità una stagione difficile raccogliendo spesso le briciole al termine di partite giocate con il piglio della grande squadra come era già avvenuto all’Olimpico con la Roma. Il Milan non è più la squadra che incantava dei tempi migliori, qualche pilastro è logoro, qualcun altro deve ritrovarsi. La personalità, però, è sempre la stessa. La corsa per la Champions è forse compromessa ma il futuro è più roseo di quanto possa far apparire la classifica.

Il dna di una squadra si evidenzia nei momenti difficili. Quello indomito della Juve è uscito ancora più prepotentemente dopo Calciopoli quando la logica tecnica e di mercato faceva ipotizzare un lungo periodo di transizione per Madama. E invece ritroviamo una squadra quadrata che ha totalizzato 12 punti negli scontri diretti con Inter, Roma e Milan rimanendo imbattuta. I rossoneri hanno tutto per rientrare nel calcio che conta dalla porta principale. Un paio di innesti (e i nomi che circolano sono tutt’altro che marginali) e il Diavolo riprenderà la sua marcia da protagonista in Italia ed in Europa. Intanto ringraziamo entrambe per lo spettacolo regalato: si sono visti arabeschi di classe purissima ed interventi durissimi, momenti di tensione alle stelle stemperati dal fairplay. Insomma, si è ammirato tutto ciò che il calcio può offrire nella sua massima espressione. Senza dover andare all’estero, anche perchè se qualcuno se ne fosse dimenticato ricordiamo che la Coppa del Mondo non si trova a Londra. E per provare a rivincerla dopo 40 anni hanno puntato su un condottiero di casa nostra.

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