[oblo_image id=”1″]Una lunga coda di appassionati e addetti ai lavori ha atteso l’intervista pubblica di Nanni Moretti al maestro Roman Polanski, evento clou del secondo giorno della 26° edizione del Torino Film Festival.
Nanni Moretti ha chiacchierato con Polanski su e intorno al cinema, sulle fasi di realizzazioni di un film, ripercorrendo la straordinaria carriera del regista de “Il pianista” e “L’inquilino del terzo piano”.
Polanski ha raccontato i suoi primi anni alla scuola di cinema a Lodz, in Polonia, in cui è potuto venire a contatto con moltissime pellicole che i suoi connazionali non potevano vedere a causa del regime sovietico.
[oblo_image id=”2″]Il maestro di origine polacca ha spaziato sui suoi modi di ideazione e di scrittura dei suoi film, citando capolavori come “Per favore non mordermi sul collo” , “Il coltello nell’acqua” o “Rosemary’s Baby”, dando spazio anche a pellicole che non ha potuto girare a causa di problemi di bugdet o con i produttori come “Il maestro e Margherita”. Ha ricordato con affetto suoi collaboratori del passato, in particolare Brush, descrivendo l’infinita opera di revisione e di ristesura di dialoghi e sceneggiatura o aneddoti divertenti sulle riprese di alcuni film, alcune ricordate ancora oggi come un incubo, come nel caso di “Pirati”.
Alla domanda di Moretti sul perché non avesse mai fatto un film apertamente politico Polanski ha risposto “non è la donna che è mobile ma la politica”, sottolineando il fatto che il suo passato sotto il regime e la successiva dissoluzione dello stato sovietico, con gli annessi cambiamenti (veri o apparenti) nei posti di potere e comando, l’hanno fatto completamente disinteressare alla politica schierata.
Moretti ha poi chiesto quali fossero i pericoli che il cinema contemporaneo sta attraversando con l’avvento del computer e delle tecnologie digitali, ottenendo da Polanski una lode spassionata delle novità tecnoligiche “che permettono di realizzare ogni cosa un regista abbia in mente”.
Polanski ha elogiato il cinema italiano del passato, specialmente i neorealisti, augurandosi una nuova era di grandi pellicole provenienti dal nostro paese. Ha infine criticato la distribuzione italiana, sempre troppo spesso ancorata al doppiaggio in italiano dei film, con la conseguente perdita di tutte le sfumature e profondità della versione originale pensata dal regista.
Da segnalare la presenza di Polanski al Torino Film Festival anche domani, nella presentazione del film “Il pianista” alle 15:00, al Cinema Ambrosio Sala 1.