[oblo_image id=”1″] Nella vigilia sono stati bravi a stemperare i toni sottolineando come sarebbe andata in scena la sfida tra due grandi squadre e non un duello tra gli allenatori. Ma inevitabilmente Inter-Juve viveva anche della rivalità tra i due strateghi chiamati per la prima volta a misurarsi sul campo e non solo sul piano dialettico. E il campo ha dato ragione a Jose Mourinho, forse ancora più nettamente di quanto dica il risultato finale. Il tecnico portoghese non ha risparmiato critiche al nostro calcio – ritenuto meno spettacolare di quello inglese – ma sembra averne appreso i segreti. Dopo i proclami di calcio bailado di inizio stagione con moduli ameni, l’oracolo di Setubal è passato ad un canonico 4-4-2 scegliendo interpreti adatti ad una battaglia. Squadra corta, sempre pronta a raddoppiare sugli attaccanti avversari e micidiali ripartenze in contropiede. Non sarà un’innovazione epocale, ma le mosse si sono rivelate tutte indovinate. Compresa la scelta di Muntari come stantuffo in mediana: proprio il ghanese ha deciso l’incontro e in linea con il pragmatismo della serata poco importa che il gol non sia stato esteticamente meraviglioso. Le occasioni per sbloccare prima il risultato sono state numerose e vanificate soprattutto dalla strana allergia di Ibrahimovic nel trovare la rete nelle gare più importanti.

[oblo_image id=”2″] La Juve? Sarà pur vero che arrivare al momento della verità dopo sette vittorie non sia necessariamente un vantaggio e che l’infortunio in avvio dell’amuleto Tiago abbia complicato i piani, ma era lecito attendersi qualcosa di più. I bianconeri si sono trasformati nell’avversario ideale: quello che attacca senza rendersi pericoloso e lascia invitanti spazi al contropiede dei rivali. Probabilmente la magica serata del Bernabeu ha presentato il conto salato proprio con i nerazzurri. Claudio Ranieri ha chiesto alla sua truppa di  aggredire con una disposizione in campo molta ardita. La Juve è stata rimbalzata dal muro nerazzurro. Probabilmente ha anche peccato di presunzione. Dopo i primi segnali di pericolo, sarebbe stato più saggio adottare una condotta più accorta abbassando il baricentro della squadra per portare a casa almeno un punto. Perchè se è innegabile che nell’azione del gol la sorte non abbia dato una mano alla Vecchia Signora, è altrettanto grave che in area si contino tre maglie bianconere e quattro nerazzurre. Una battaglia è stata persa, forse non ancora la guerra. Per il momento Mourinho-Ranieri 1-0. Palla al centro.

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