Un continuo, intenso e ben augurante suono di campane. Un suono incessante che ha dato vita lo scorso 19 gennaio alla Festa del Campanaccio che ogni anno “sconvolge” la quieta e pacifica cittadinanza di San Mauro Forte.

[oblo_image id=”1″]Anche il 2008 è quindi iniziato con il suono del Campanaccio che porta ogni anno nel piccolo paese lucano tantissimi turisti affascinati da questa antica tradizione. Un rumore cupo, fragoroso quello delle campana suonate dalle prime ore del pomeriggio fino a sera inoltrata da gruppi di suonatori vestiti in maschera che salutano così il carnevale e rendono omaggio a Sant’Antonio Abate. Un rito antichissimo che vede i suonatori iniziare il loro lungo girovagare che ha sapore di festa e di penitenza, con tre giri intorno alla chiesetta di San Rocco, dove è custodita l’effige di Sant’Antonio Abate.
 Un rito che si è consolidato nel tempo e che è stato oggetto di attenzione da parte di diversi antropologi e studiosi. Esso affonda le sue radici nei riti pagani propiziatori legati al culto della madre terra e della transumanza, che poi successivamente è coincisa con le celebrazioni sacre di Sant’Antonio.

Una tradizione legata al mondo contadino e rurale da sempre principale economia del paese e proprio per questo vengono offerti durante la magica notte del Campanaccio i prodotti tipici della Basilicata, “Campanaccio” che i giovani e meno giovani insieme suonano per le vie del Paese, uniti nelle loro origini.

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