[oblo_image id=”1″]Cornuto e mazziato, si dovrebbe dire. Dopo lo schiaffo israeliano di “Valzer con Bashir” ai Golden Globes, il pluripremiato “Gomorra” di Matteo Garrone resta fuori anche dalla corsa per l’Oscar. Senza neanche arrivare in semifinale. Con grande stupore generale, la lista diffusa stasera dall’Academy non comprende, tra i nove film preselezionati sui 67 in gara in vista delle nomination del 22 febbraio, la pellicola vincitrice del Gran Premio della Giuria all’ultimo festival di Cannes e che, nelle speranze di molti (italiani), doveva replicare il successo de “La vita è bella” di Roberto Benigni, che giusto 10 anni fa si aggiudicò tre statuette.

E invece, i giurati hanno puntato su altri cavalli. C’è “Valzer con Bashir”, c’è “Der Baader-Meinhof Complex”, epopea del terrorismo tedesco già visto a Roma, e poi Revanche’ (Austria), “The Necessities of Life” (Canada), “The Class” (Francia), “Departures” (Giappone), “Tear This Heart Out” (Messico), “Everlastings Moments” (Svezia), e “3 Monkeys” (Turchia).

Brucia un po’, la sconfitta. E anche Garrone, che pure ieri dopo la sconfitta nell’antipasto dei Globes aveva fatto buon viso a cattivo gioco dichiarando che “se non vinco non è un dramma”, dovrà (purtroppo per lui e per il film, che resta un capolavoro) subire il fuoco di fila di chi fino a cinque minuti prima preparava il vestito per il Kodak Theatre.

Ovvio, la sfortuna non esiste. I fattori da chiamare in causa in questi casi sono ben altri: opportunità politiche, economiche, una distribuzione sbagliata negli Usa, un tema che colpisce molto noi italiani ma che forse al di fuori dell’Europa non è così sentito come, per esempio, il terrorismo o la questione mediorientale. Un peccato, anche per il ridimensionamento del lavoro a monte di Roberto Saviano. Resta però la sensazione che in molti, scriventi e giranti, avessero già dato per vinto quest’Oscar come migliore film straniero. E come sempre, più in alto si vola, più ci si fa male quando si cade.

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