[oblo_image id=”5″]Gran Premio d’apertura a dir poco emozionante. Un po’ meno forse per il popolo ferrarista che ha visto uscire di scena entrambe le vetture per problemi tecnici. Massa e Raikkonen non sono stati aiutati dalle loro monoposto, ma certamente non sono esenti da colpe. Al traguardo sono arrivati solo 7 superstiti di quella che è stata una vera e propria corsa ad eliminazione. Se si considera anche la squalifica di Barrichello (è uscito dalla corsia box con il semaforo rosso subito dopo aver scontato lo “stop and go” in cui è incorso per aver portato via con sé, alla ripartenza dal pit stop, tubo del rifornimento e meccanici annessi), nello striminzito ordine d’arrivo (solo 8 piloti, quelli che prendono punti) figurano ben 2 ritirati. Bourdais della Toro Rosso e, piccolo zuccherino per la Ferrari, Kimi Raikkonen. Forse l’assenza di aiuti elettronici alla guida ha pesato più di quanto ci si aspettasse sulle prestazioni dei piloti visto che 10 dei 15 non arrivati in fondo si sono ritirati a causa di incidenti. Errori grossolani commessi non solo da guide inesperte, come Glock o Vettel, ma anche da veterani quali i due ferraristi. Massa, per sua stessa ammissione, ha scalato troppe marce, si è ritrovato in prima e, quando ha accelerato, la macchina gli è partita. Raikkonen, non contento di aver saggiato l’erba nel tentativo di sorpassare un non irresistibile Glock, si è ripetuto più tardi quando, convinto di poter scalzare Kovalainen, è andato non lungo, ma lunghissimo, dimenticandosi proprio di frenare.

[oblo_image id=”3″]La cosa che più fa rumore e, per usare parole di Massa, suona strano, sono i 3 motori Ferrari saltati, anzi 3 e mezzo visto il momentaneo guaio capitato a Raikkonen nelle qualifiche del sabato. Tre perché è Ferrari anche il motore saltato a Bourdais della Toro Rosso. In Ferrari affermano che tutti i guasti sono riconducibili ad un unico problema, ma francamente le situazioni sembrano essere diverse fra loro. Il suono stonato del propulsore del finlandese fa pensare a qualche cedimento meccanico, magari nei paraggi delle valvole. Per il brasiliano invece, si ritiene probabile un guaio all’elettronica che già sabato aveva condizionato la qualifica di Raikkonen. Alla monoposto di Kimi infatti, l’interruzione dell’afflusso della benzina al motore era stata spiegata con il conflitto fra due programmi all’interno del computer della vettura. Insomma, la centralina di derivazione McLaren ha già dato un bel colpo alla stagione della Ferrari. Il guasto del francese della Toro Rosso invece, sembra pure un cedimento meccanico del motore, anche se la scuderia ha insistito, in via non ufficiale, che sia stato il cambio ad andare in fumo (non sarebbe comunque un sospiro di sollievo visto che, col regolamento di quest’anno, il cambio deve durare 4 Gp).

[oblo_image id=”4″]Il doppio ko della scuderia di Maranello fa ancora più rumore se si guarda indietro nel tempo e si leggono un po’ di statistiche. Andiamo con ordine. Una doppia uscita di scena per rottura dei motori non si verificava da ben 14 anni, vale a dire dal Gp del Belgio del 28 agosto 1994. Per la precisione fanno 179 Gran Premi consecutivi, un’eternità. Un doppio ko tecnico (cioè causato da cedimenti della vettura e non da incidenti) che non coinvolgeva il motore è un po’ più vicino ma comunque lontanissimo. 1997, Gp di Gran Bretagna, Schumacher è messo fuori causa da un cuscinetto di una ruota, Irvine da un semiasse. Recentissimo invece, un ordine d’arrivo senza alcuna Ferrari a causa di incidenti. Appena nel 2006, ancora qui in Australia nella gara d’apertura, Schumacher e Massa cominciarono il campionato nel peggiore dei modi.

[oblo_image id=”6″]Di contro a tanta negatività, c’è però un dato positivo. Col punto racimolato da Raikkonen in extremis e con la complicità di Barrichello e commissari di gara, la Ferrari ottiene il suo 33esimo piazzamento a punti consecutivo eguagliando la sua seconda miglior striscia positiva realizzata in precedenza dal Gp di San Marino 2003 al Gp di Malesia 2005. Il primato di piazzamenti consecutivi resta però quello realizzato, sempre dalla Ferrari, dal Gp di Malesia 1999 al Gp di Malesia (ancora lui) del 2003, quando a Maranello festeggiarono ben 55 risultati utili uno dietro l’altro. Insomma, un Gp di Malesia nel segno del destino per la scuderia del Cavallino che, nella terra dove si correrà nel week end prossimo, ha visto per due volte interrompersi le sue migliori serie positive ma ha pure visto iniziare quella del record. Speriamo solo che Sepang, domenica, vesta i panni di quest’ultimo palcoscenico.

[oblo_image id=”1″]Accennavamo già prima all’incidenza che in questi anni avevano avuto gli aiuti elettronici alla guida. Nei numerosi incidenti e nei vari errori di guida verificatisi ieri, molto avrà contato l’assenza di questi dispositivi che, come detto, non hanno risparmiato nessuno. Emblematico l’errore di Kovalainen a fine gara nel duello, perso, con Alonso. All’inizio dell’ultimo giro il finlandese e lo spagnolo transitavano sul rettilineo dei box quando, pensando di essermi ormai già assicurato la quarta piazza, il pilota McLaren mentre strappa dal visore del casco lo strato superficiale in plastica ormai sporco, urta inavvertitamente il pulsante del limitatore dei giri motore che si usa nella corsia box per non superare il limite di velocità. La macchina rallenta, Alonso ne approfitta e ringrazia. Una manovra sicuramente sfortunata, ma anche poco lucida e, soprattutto, indice di stanchezza forse dovuta al fatto di guidare senza controllo della trazione.

[oblo_image id=”7″]Si sono così ritrovati due vecchi amici-nemici, Rosberg e Hamilton, sul podio, dove il pilota anglo-caraibico non ha esitato a ricordare al compagno tedesco che l’ultima volta che ciò accadde fu ben 8 anni prima (nel 2000 al Gp di Germania, quando i due ancora correvano sui Kart). Un gesto non molto bello da parte della prima guida McLaren che quasi ha voluto sottolineare la diversa carriera poi avuta dai due.

[oblo_image id=”9″]Intanto due piloti iniziano a covare rivincite, entrambi, in un modo o nell’altro, a danno della McLaren. Si tratta di Alonso che, con la beffa di ieri su Kovalainen si è già portato avanti col lavoro (da completare magari nel corso della stagione, anche se sarà molto difficile) così come pure Heidfeld, ex uomo Mercedes ora alla concorrente e grande rivale BMW, che ieri ha finito a soli 5 secondi e mezzo dietro Hamilton e ha comunque nettamente surclassato l’attuale seconda guida della casa di Woking. Per il pilota asturiano una soddisfazione doppia se si pensa che, mentre sorpassava Kovalainen, stava guardando il maxischermo (è una cosa che fa sempre) dove, proprio in quel momento, c’era il faccione di un deluso, per quanto stava appena accadendo, Ron Dennis.

[oblo_image id=”8″]A fine gara i piloti in rosso sono apparsi davvero molto delusi e preoccupati. Se Raikkonen ha cominciato col dire che: “il campionato sarà lungo e complicato, anche un niente può fare la differenza” (com’è accaduto lo scorso anno, e perciò potrà essere importante il punto di ieri), ha poi continuato allarmando tutti con un: “Quel che è peggio è che siamo preoccupati e non sappiamo neanche perché”. Non più confortante è stato Massa quando ha affermato: “Mi suona molto strano che tre motori Ferrari siano saltati in area. Non riesco a capire: abbiamo provato molto, davvero, e non ci era mai capitato di incontrare problemi come quelli di Melbourne”. Comunque, vista la sfortuna che lo ha sempre colpito in Australia, ha poi chiuso con una battuta: “Chiederò all’organizzatore del Mondiale, Bernie Ecclestone, di cominciare dalla Malesia il prossimo anno”.

***image11***Giù di morale anche i due italiani. Fisichella ha definito Vettel (che gli è finito addosso eliminandolo dalla gara al primo giro) un kamikaze ed è parso dispiaciuto perché, in una gara come quella di ieri, con moltissimi ritirati, sarebbe bastato arrivare fino in fondo, o almeno ritirarsi per ultimo (vedi Bourdais e Raikkonen), per andare a punti, cosa che sarà forse molto difficile nel prosieguo della stagione. Trulli invece, era ottimista sulle possibilità della sua Toyota tanto da pensare che potesse andare a punti indipendentemente da quelli che sono poi stati gli sviluppi della gara, se solo la sua batteria non fosse esplosa durante la sosta ai box dopo essersi surriscaldata stranamente proprio sotto il suo sedere!

***image10***Contento e fiducioso nel futuro invece Hamilton, che ha addirittura definito la vittoria di ieri: “Molto più bella del mio primo successo lo scorso anno in Canada. Anche se in qualche modo lo ricorda, con tutte queste safety car in pista. Sento più mio questo primo posto, perché in un certo senso ormai sono obbligato a ottenere risultati importanti. All’epoca la vittoria arrivò quasi inaspettata”.

Infine, colpo di scena di Ecclestone che, non contento dei continui cambiamenti nei regolamenti, ossessionato dalla voglia di spettacolarità, lancia, finalmente, una bella proposta: “ La Formula 1 significa correre, puntare alla vittoria. – ha dichiarato alla stampa inglese – In troppi si accontentano di piazzamenti (ma ***image12***questo è una conseguenza scaturita dal nuovo metodo di assegnazione dei punti da lui voluto, ndr). La mia idea è che vada proclamato campione del mondo chi arriva primo nel maggior numero di gare. In caso di parità, conteranno i secondi posti. La formula del titolo costruttori invece rimarrà invariata. Nelle prossime settimane porterò avanti questa mia idea”. Buona fortuna Bernie. Staremo a vedere.

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