[oblo_image id=”2″]Poveri mici cinesi. Spesso venduti nei mercati per diventare pellicce, ora, per una sorta di destino avverso, non possono neanche più gironzolare tranquillamente per le strade di Pechino.

Infatti le autorità cinesi hanno decretato che entro giugno la capitale dovrà essere ripulita dalla presenza dei tanti randagi, considerati un possibile veicolo di infezioni e quindi un cattivo biglietto da visita per la moltitudine di turisti che in occasione dei Giochi olimpici giungeranno in città.

Assicurare ottimali condizioni igienico-sanitarie è pertanto una priorità per il governo cinese, l’epidemia di SARS degli anni scorsi generò molta paura.

Tuttavia a far discutere sono stati i metodi con cui si è deciso di rimuoverli dalle vie urbane, un vero e proprio sterminio secondo gli animalisti cinesi che sulle pagine del Times Online hanno denunciato la situazione: i gatti verrebbero catturati, ammassati in anguste gabbie e trasportati con dei camion in una specie di lager, dove una morte di stenti li attenderebbe. E per gli esemplari malati (per lo più maschi castrati in modo rudimentale) la fine sarebbe ancor più rapida.

Noi abitanti di Pechino siamo pronti a vivere senza elettricità, senz’acqua, senza automobili pur di assicurare il successo delle Olimpiadi ma siamo contrari a Olimpiadi che costino la vita degli animali. Sarebbe una tragedia ha riferito al giornale Qin Xiaona, capo della Capital Animal Welfare Assocation.

Inoltre i gatti, come ha sottolineato la signora Qin, in una metropoli come Pechino sono insostituibili nel loro compito tradizionale, la caccia al ratto. Malandati o in perfetta salute, restano sempre tra i migliori amici dell’uomo.

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