[oblo_image id=”1″] Parliamo oggi di una Metal Alternative Rock band di Gorizia, in attività già da qualche anno, loro sono i BLIND TOWN.

Fanno parte di questa formazione il cantante/chitarrista Nis, l’ altro cantante/chitarrista Teo, il bassista Manu e il batterista Cima.

Ripercorriamo il loro cammino grazie alla loro viva voce: risponde Nis.

Come e quando nascono i Blind Town? I Blind Town, sono nati attorno al 1999 e la formazione originale comprendeva tre membri: Nis (chitarra voce), Manu (Basso) e Andrea Perotti (batteria).

Ognuno usciva da passate esperienze musicali con bands di diverso genere ed e’ stato interessante amalgamarsi in un progetto totalmente nuovo. Volevamo sperimentare sonorità particolari, eravamo molto influenzati da bands quali Faith no more, Red Hot Chili Peppers o Soul Fly, senza tralasciare un filone Hardcore molto energetico di stampo newyorkese…Insomma un’ esperimento.

Potete descrivere il vostro sound?

Si può dire che il sound dei Blind Town si sia evoluto negli anni e con l’esperienza. Tuttavia quello che abbiamo sempre cercato fin dall’inizio, e’ stato di ottenere un sound molto potente ma nello stesso tempo ben definito e orecchiabile e così e’ stato. Anno dopo anno, abbiamo cercato di migliorarlo mantenendo una nostra linea sonora e per fortuna, negli ultimi quattro anni ci siamo potuti avvalere dell’esperienza di diversi sound engineers in studio che la vedevano al nostro stesso modo e che preferivano valorizzare le bands con cui lavoravano facendo appunto uscire la loro identità. Un lavorone , certo, ma che sicuramente vale la pena di fare.

Chi di voi si occupa della creazione dei testi, e quali argomentazioni trattano? I testi li scriviamo io e Teo mentre le musiche prendono forma da diverse idee che vengono successivamente elaborate in sala assieme a tutti gli altri. Gli argomenti sono molto diversi (come potrai sentire nell’album “Scary Suffered and Impure” o in “A Diary’s Page”) e alternano esperienze molto personali, a viaggi onirici all’interno del subconscio, dove spesso vanno a sondare elementi terribili poco morali ma dannatamente reali. Non manca un nostro punto di vista sociale legato all’uomo, alle sue origini ed al percorso intrapreso negli ultimi vent’anni, agli animali o al pianeta stesso. Sono testi seri privi di ironia che accennano a diversi punti di vista introspettivi.

Parlatemi del primo vostro cd, uscito nel 2001, intitolato “For you…Not for me”. Hehe… quanto tempo e’ passato…”For you not for me” fu il primo mini cd che usammo come demo per uscire con il nome BLIND TOWN, eravamo in formazione a tre come scritto sopra e conteneva cinque brani. Lo registrammo in due settimane presso l’Arte Suono di Stefano Amerio e fu un biglietto da visita per la scena regionale di quell’epoca. Ricordo che riscontrò una certa approvazione da parte di fanzine e quotidiani locali e ci aprì le porte per l’’AROUND MUSIC FESTIVAL’ presentato da Paola Maugeri, che all’epoca lavorava per MTV. Senza ombra di dubbio e’ stato un prodotto grezzo sotto molti punti di vista, ma sincero senza troppe pretese…Diretto.

Nel 2003 esce il vostro secondo mini cd “Flip Out”, con l’ aggiunta nella line-up del chitarrista Teo, quali cambiamenti possiamo trovare in quest’ album? Fu il secondo mini cd registrato a distanza di due anni e come hai giustamente detto, vide l’arrivo di Teo alla seconda chitarra/voce. Lui all’epoca militava in diverse bands Punk/Metal e sapevo (al di la che eravamo amici di vecchia data) che poteva dare un contributo essenziale per il progetto BLIND TOWN. Sostanzialmente io e Teo ascoltavamo la stessa musica e una cosa che ci accomunava parecchio era che entrambi eravamo affascinati da una ricerca sonora particolare, un groove potentissimo, ma scandito senza incappare in quei pastoni fastidiosi che confondono le note, sperimentare sonorità diverse era la cosa piu’ divertente infatti lo si può riscontrare nell’utilizzo delle doppie voci armonizzate diversamente o ancora nei sounds delle chitarre totalmente diversi pur mantenendo un indirizzo preciso. “Flip Out” conteneva tre brani inediti ed era totalmente autoprodotto ed autodistribuito.

Ho percepito che l’ entrata del nuovo drummer, ha segnato un punto importante per voi, quale apporto ha dato la sua presenza? Senza dubbio. Cima entrò all’epoca che lavoravamo su “Scary, suffered and impure” il primo nostro CD ufficiale, che andava ad uscire per un’etichetta estera. In nove anni, per diversi motivi i BLIND TOWN hanno avuto una vita molto travagliata con i batteristi per diversi motivi e non era per nulla facile trovarne uno che facesse al caso nostro in zona. Dopo i live promozionali di “Flip Out” il gruppo subì  una pausa forzata per la mancanza di un drummer che facesse al caso nostro, ne provammo diversi, ma nessuno riusciva a coprire totalmente quella posizione e così, decidemmo di mettere i BLIND TOWN in stand by fino all’arrivo della “persona giusta”. Personalmente avevo tre batteristi in mente due dei quali li conoscevo abbastanza bene e che sapevo che lavoravano al massimo della professionalità, mentre il terzo lo conoscevo di vista perchè avevamo condiviso il palco in passato con altri progetti e mi piaceva come suonava e come sentiva la musica. Dopo diversi mesi riuscimmo a contattarlo, ci trovammo in un pub e parlammo per diverse ore. La settimana seguente arrivò in sala prove e posso dirti che a distanza di cinque anni e’ rimasto affiatato come il primo giorno hehe.

Dopo un periodo di inattività, nel 2009 esce il vostro terzo lavoro “Scary Suffered and Impure”, per una famosa etichetta britannica, e’ stato vantaggioso per voi collaborare con l’ estero? Cosa troviamo in quest’ album ottimamente recensito? Si come detto sopra ci fu un periodo di inattivita’ e poi i nostri sforzi vennero premiati con l’interesse della britannica Casket/Copro Records, che era interessata ai nostri lavori. Il disco fu quindi un ottimo biglietto da visita per il mercato europeo e giapponese, perchè si avvalevano di una distribuzione worldwide tramite la Plastic Head Distribution. Si e’ stato molto vantaggioso lavorare con questa label, soprattutto per la trasparenza che garantiva alla band tramite radio, fanzine, riviste specializzate e promozioni online. Il disco fu Top Seller di vendita nel loro catalogo e ti confesso che non ce lo aspettavamo soprattutto perche’ eravamo una band italiana in promozione all’estero! Questo e’ stato il disco della svolta. Lo registrammo in 18 giorni al FEAR STUDIO di Ravenna sotto la supervisione di Gabriele Ravaglia (Elecrtrocution/Idols are Dead/Rain) di Maxx C. (Idols are dead, Folder, Addiction Crew) e Simone Mularoni (Empyrios/DGM). Molte recensioni del nord Europa e della Gran Bretagna ci stupirono davvero, non tanto perchè elogiavano il lavoro quanto perchè coglievano quello che volevamo trasmettere con le 9 tracce prodotte. Un’esperienza fantastica!

Quest’ anno e’ nata la vostra ultima creatura, “A Diary’s Page”, potete presentarla? “A Diary’s Page” e’ un disco che contiene dieci brani più una cover dei Police e parliamo di un prodotto artisticamente maturo, sia nella fase di pre che post produzione. Lo abbiamo registrato sempre al Fear Studio in un mesetto, il mix e’ di Simone Mularoni mentre per il mastering ci siamo affidati allo studio di Vanara perche’ volevamo un sound finale molto particolare che esaltasse il lavoro senza esagerare e che mantenesse una certa cupezza originale senza esagerare con le compressioni ed e’ riuscito a fare un gran bel lavoro! Le tematiche trattate si scostano un po’ da “Scary” perché meno onirico/introspettive e piu’ crudeli e reali adatte ai nostri giorni. Antibuoniste per eccellenza perché la “realta’” che viviamo non e’ ne buona ne cattiva e’ la “realta’” pura e cruda e senza fronzoli o fioriture e spesso voler essere inutilmente buonisti nei confronti di tutto e tutti crea più danni che altro ed e’ questo che abbiamo voluto trasmettere un po’ come si fa su un diario personale dove scrivi quello che senti, vedi, pensi senza limitazioni ne censure…Forse l’unico mezzo che ti permette di essere coerente e reale con te stesso. Il nuovo disco conterra’ sia ballads che brani molto Heavy che daranno la giusta tinta alle liriche catapultando l’ascoltatore all’interno di una narrazione cruda ma affascinante, dolce ma malinconica, oscura e vissuta come se venissi messo forzatamente faccia  faccia con il “te stesso”, con l’unico scopo di provare questa nuova sensazione in maniera amorale e non passiva tutt’altro che opprimente o deprimente anzi! L’unica traccia che spezza il concept e’ appunto la cover di Sting (Police) che ci piaceva moltissimo e chiude il disco facendo  respirare tramite il suo messaggio rivisitato, una dose di speranza sfuggente in maniera vera, energetica e trascinante! Un good ending per questa storia

Dal ‘99 ad oggi, come vedete evoluto il vostro sound? Il sound si evolve e continuera’ a farlo mantenendo tuttavia la stessa identita’ che ci contraddistingue cosi’ come “Scary” e “Diary’s” sono diversi ma simili allo stesso tempo. Tecnicamente la tecnologia si evolve ad una velocità mostruosa e talvolta offre delle nuove possibilità davvero interessanti, per cui non credo possa esistere una “ staticità ” sia nella musica come nelle idee. Si cerca di far tesoro delle varie esperienze e metterle in pratica nel disco successivo. In “A Diary’s page” ad esempio, abbiamo rielaborato un brano scritto 10 anni fa e messo in chiave nuova (Lifeline) e si amalgama perfettamente con tutto il resto del disco in maniera quasi naturale hehe.

Potete anticiparci qualcosa riguardo ai vostri progetti e collaborazioni future? Si certo. In primis cercheremo di far uscire il nuovo disco worldwide e successivamente verrà promosso da una serie di tours, di cui adesso per ovvi motivi posso solo accennare. Siamo attualmente in contatto con diverse bands/promoters con cui collaborare, ma la priorità per ora e’ far uscire l’album nel migliore dei modi.

I Blind Town sono un’ ulteriore dimostrazione, che per quanto concerne questi generi la qualità del sound made in Italy,non manca.

Basta ascoltarli per comprendere il loro impegno e bravura, propongono un suono tecnicamente complicato, hanno assunto nel tempo una reale e salda personalità musicale, grazie anche all’ aver raggiunto una certa sintonia e alchimia nella line-up.

Non perdiamoli di vista, sapranno farsi sempre piu’ largo nell’ underground nazionale e non.

Ringrazio Nis e tutti i Blind Town per la collaborazione .

[oblo_image id=”2″] Per ascoltare i BLIND TOWN :

http://www.reverbnation.com/blindtown

 

Contatti :

http://www.myspace.com/blindtown


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