[oblo_image id=”1″] Che fine ha fatto il rugby romantico: quando per guadagnare pochi metri c’era bisogno di spingere con la mischia, rompere i placcaggi, trovare un pertugio tra le maglie avversarie? Anche lo sport dell’ovale cambia con il tempo e la tattica ha conquistato un ruolo predominante. Tutte le migliori squadre si affidano a lunghi calci per ribaltare l’azione, mentre sempre più spesso le partite vengono decise dalla precisione nel trasformare i calci piazzati. Ne sa qualcosa l’Italia: che vanta un’invidiabile prima linea ma paga l’assenza di un cecchino con i piedi.
L’eliminazione dai mondiali per opera della Scozia di Paterson e la sconfitta nell’esordio del 6 Nazioni contro l’Irlanda trascinata dall’abilità balistica di O’Gara, hanno convinto l’allenatore azzurro a prendere drastici provvedimenti. In vista della sfida di domenica allo stadio Flaminio contro la temibile Inghilterra dello spauracchio Wilkinson, Nick Mallett ha stravolto la normale tabella di lavoro.
Per un giorno niente palla ovale, ma classica sfera da calcio per “educare” i piedi dei nostri giganti. Pensare che un sudafricano venga in Italia per far giocare a calcio un gruppo di ragazzi restii al pallone, è di per sè una notizia. Eppure, l’idea di Mallett non è stata una semplice provocazione.
Chiare ed efficaci le sue parole: “Non sono abituato a stroncare i giocatori, il mio compito è aiutarli a migliorare. Se abbiamo trovato difficoltà con i calci, è giusto esercitarci”. Speriamo che funzioni e soprattutto che i nostri beniamini non si facciano contagiare dagli atteggiamenti meno piacevoli dei calciatori.