[oblo_image id=”3″]Quarant’anni: tanto è ormai trascorso dal maggio 1968, quando, partendo da Parigi, esplose anche in Europa l’ondata di contestazioni, iniziata a Berkley nel ’65, che avrebbe segnato un punto di non ritorno verso i radicali cambiamenti socio-culturali della seconda metà del Novecento. Una deflagrazione, quella del Maggio Francese, legata a doppio filo alla storia del cinema.

La cultura cinematografica d’Oltralpe fu profondamente influenzata dagli eventi del Sessantotto, guidando il movimento parigino alle sue – forse – uniche vittorie concrete.
Quando, all’inizio di febbraio, il governo De Gaulle cercò di destituire Henri Langlois dalla carica di curatore della Cinémathèque Français, Resnais, Truffaut, Godard, Bresson e Chabrol coordinarono la protesta di centinaia di registi: ricorre oggi, 14 febbraio, l’anniversario della dimostrazione in favore di Langlois che vide coinvolte quasi tremila persone negli scontri con la polizia.

[oblo_image id=”2″]La Cinémathèque, d’altra parte, aveva rappresentato una tappa fondamentale nella formazione dei giovani registi della Nouvelle Vague, cinéphile con alle spalle migliaia di ore passate al cinema, una profonda conoscenza di centinaia di film, la stesura di decine di articoli e l’organizzazione di interminabili dibattiti davanti al tempio del cinema fondato da Langlois: alla Cinémathèque venivano proiettati quei “film maledetti”, secondo la definizione di Cocteau, che per il fatto di disprezzare ogni regola, di essere “uno sgambetto al dogma”, erano diventati letteralmente invisibili. Si trattava, per lo più, di film di grandi cineasti europei allora largamente incompresi (Renoir, Rossellini, Becker) e di registi americani del dopoguerra.

Grazie agli articoli dedicatigli dalla stampa e alle minacce delle compagnie cinematografiche, Langlois ottenne di ritornare al suo posto; ma la miccia della contestazione, appena innescata, non era ancora destinata a spegnersi.
Scoppiata la rivolta di maggio, Godard capeggiò un tentativo per bloccare il Festival di Cannes, incitando i dimostranti a occupare i cinema; di nuovo, il sostegno di Truffaut fu senza riserve: “Le università sono occupate! Le fabbriche sono occupate! Le stazioni sono occupate! È un’azione politica senza precedenti! E vorreste che quest’attività si fermasse alle porte del Festival? … Ci dev’essere solidarietà”. Dopo che i due registi riuscirono a impedire una proiezione tenendo chiuso il sipario, il Festival di Cannes venne interrotto.

[oblo_image id=”6″]Ricordi di un anno irripetibile, che il cinema Gnomo ripropone fino al 17 febbraio con la rassegna Tracce di cinema ribelle: il ’68 e l’avanguardia storica. Organizzata dall’Ufficio Cinema del Comune di Milano in collaborazione con Obraz Cinestudio, l’iniziativa si mantiene all’interno della sfera specificamente cinematografica, sottraendosi sia alle “letture storicizzate” sia al rito delle commemorazioni (o demonizzazioni), e cercando, per quanto possibile, di esplorare l’influenza che ebbero sulla produzione di quegli anni le avanguardie storiche cinematografiche.

Oggi in sala: Porcile, 1969, di Pier Paolo Pasolini (ore 18.30 e 22.30); La souriante madame Beudet, 1922, di Germaine Dulac; Un chant d’amour, 1950, unico film di Jean Genet; Film, 1965, di Alan Schneider con Buster Keaton (tutti alle ore 20.30).

Qui il programma completo.

TRACCE DI CINEMA RIBELLE: IL ’68 E L’AVANGUARDIA STORICA
12 – 17 febbraio 2008

Cinema Gnomo
Via Lanzone, 30/a – Milano

Biglietti
Ingresso valido per tutte le proiezioni della giornata: intero 4,10 euro – ridotto 2,60
Tessera annuale obbligatoria: 2,60 euro

Informazioni
Milano Cinema: tel. 02/88462451-52-60
Cinema Gnomo: tel. 02/804125

Advertisement