[oblo_image id=”1″] Ormai vederle una contro l’altra sul campo centrale di Wimbledon nel giorno della finale, non è più una novità. Serena e Venus William dominano la scena del tennis femminile da quasi un decennio. Sono apparse con la stessa irruenza del loro gioco. Giunoniche, dirompenti, incontenibili. Hanno vinto tutto, ma le loro sfide non hanno mai entusiasmato gli appassionati. Perchè sarà pur vero che l’agonismo scavalca anche gli affetti, ma quando ti trovi dall’altra parte della rete tua sorella è difficile avere lo stesso killer istinct riservato alle comuni avversarie. Nei loro precedenti “derby” sono state fischiate: tacciate persino di essersi accordate. Ora che hanno raggiunto la maturità, hanno superato anche questo blocco psicologico. La finale di Wimbledon 2008 è stata di assoluto livello: nessuno spazio ai sentimentalismi, battaglia dal primo quindici al matchpoint. Ha vinto “big sister” Venus che ha sfruttato una maggiore regolarità alla risposta rimontando da 2-4 nel primo set e salvando un’infinita di palle break nel secondo parziale prima di chiudere per 7-5 6-4.
Una sfida da far felici gli psicologi di mezzo mondo. Se la rivalità femminile è acclarata, figuriamoci cosa può avvenire quando due sorelle lottano per la supremazia in uno sport individuale come il tennis. Eppure, a tutto si fa l’abitudine e anche le Williams hanno imparato ad interpretare al meglio gli scontri diretti. Poi i sentimenti sono tornati prepotentemente al momento della premiazione. E se Venus “ringraziava” la sorella per averla accompagnata al quinto successo londinese, Serena si consolava con un laconico: “Almeno una di noi ha vinto”. E fin lì non ci piove. Ma se è difficile per loro scendere in campo, chissà cosa può provare un genitore in tribuna? impossibile fare il tifo quando alla gioia di una delle due corrisponde la delusione dell’altra. Per fortuna c’è il doppio, dove la concorrenza è sbaragliata dalle sorelle finalmente alleate. Ed essere genitori diventa più facile.