Via Francigena
Via Francigena
 Via Francigena: tutto il fascino della cultura e della tradizione
Il Ponte di OGNISSANTI è spesso l’occasione d’oro per giornalisti e reporters per intrecciare alla mini-vacanza il dovere professionale con tanto di benedizione da parte del direttore della propria testata.

Cosi’ è stato per noi ed i nostri colleghi con i quali siamo partiti con destinazione ‘Lucca’ allo scopo di esplorare la Via Francigena toscana in quella meravigliosa area.

Lucca è una splendida città medievale che circondata dalle millenarie mura suscita forti emozioni spirituali e ti catapulta in un viaggio a ritroso nel tempo di secoli spingendoti alll’investigazione religiosa grazie alle sue numerose chiese e cattedrali che il pellegrino del passato non mancava di visitare.

Al nostro arrivo, su consiglio di un amico sacerdote salesiano a Torino, bussiamo alla porta del convento dei Frati Cappuccini dove troviamo, grazie alla calorosa accoglianza di Fra’ Gianpaolo Salotti, ospitalità per alcune notti.

Il convento dei Cappuccini è una chiesa di Lucca che si trova in località Monte San Quirico.

Vi sono confluiti, da conventi soppressi della zona, numerosi dipinti che costituiscono una vera e propria collezione di pittura lucchese con opere di alta qualità, che vanno dal Cinquecento all’Ottocento. Nella chiesa annessa al convento è conservato un affresco (è un vecchio stacco a massello), qui trasferito nel XIX secolo dal distrutto convento di Santa Chiara di Lucca. Si tratta di una Madonna col Bambino, nella quale il recente restauro ha permesso di scorgere la mano di un artista lucchese assai prossimo a Spinello Aretino.

Il simpatico Frà Ginapaolo Salotti, parroco della Chiesa lucchese della Misericordia nonchè autore di un libro :’La forza degli anni’, ci presenta i suoi confratelli che vivono in convento : Frà Aureliano, Natale e altri molto ospitali e anche divertenti.

Il giorno successivo al nostro arrivo, organizziamo il percorso della via francigena allo scopo di documentare ogni luogo storico.

Iniziamo da Pietrasanta  dove si snoda una tappa di una trentina di km che si percorrono in 7 ore circa.  Entrando a Pietrasanta si incontra l’Ospedale Civico, nel luogo anticamente occupato dal Monastero femminile di S. Salvatore; mentre nel centro cittadino è possibile visitare il Duomo (o Collegiata di S. Martino) risalente alla prima metà del Trecento, la Chiesa di Sant’Agostino, adiacente al Convento agostiniano della SS. Annunziata, il Battistero di S. Giacinto e la Chiesa di S. Antonio Abate.  Subito dopo Pietrasanta visitiamo l’antica pieve di S. Giovanni a Valdicastello, dotata di un apparato decorativo risalente all’età romanica  e proseguiamo in saliscendi tra le colline lucchesi.

Si visita finalmente il centro storico di Camaiore e all’antica Badia,     La città di Camaiore, posta lungo l’antico tracciato della via Francigena, è citata, con il nome di “Campmaior“, come XXVII tappa nell’itinerario di Sigerico, il quale probabilmente soggiornò presso il Monastero benedettino di S. Pietro, risalente al secolo VIII e che attualmente fa parte del complesso monumentale della Badia di Camaiore. L’antica via Francigena attraversava il centro storico di Camaiore offrendo diversi luoghi di ospitalità. In particolare, presso la Chiesa di San Michele, citata in un documento del 1180, i pellegrini potevano trovare alloggio nell’annesso hospitales, di cui si ha notizia dagli inizi del XIV secolo e che oggi è sede del Museo di Arte Sacra. L’indagine archeologica dell’area circostante la chiesa, odierna Piazza Francigena, ha messo in luce un’ampia area cimiteriale di epoca medievale nella quale hanno trovato certamente sepoltura anche pellegrini che transitarono lungo la Via Francigena e che morirono nel vicino hospitales fra la metà del XIV secolo e la seconda metà del XV secolo. I documenti di archivio attestano infatti che i forestieri che morivano presso l’Ospedale di San Michele venivano seppelliti «nella chiesa» e «presso la chiesa». L’utilizzazione della stessa area cimiteriale, anche in un momento più antico, è in relazione ad una struttura ecclesiastica absidata di epoca altomedievale, precedente la fondazione della chiesa attualmente visibile, che è stata messa in luce nel corso della campagna di scavo  ci rechiamo verso Monte Magno e attraverso la valle della Freddana, approdiamo a Valpromaro. Da qui un percorso in mezzo al bosco porta a Piazzano. Scendiamo poi nella valle del torrente Contesola e, attraversando il fiume Serchio a Ponte San Pietro, si raggiungiamo in breve la splendida città di Lucca, dove si entra dall’antica porta San Donato.

E’ a questo punto che il SACRO si mescola al Profano. Ogni anno, ormai da circa 30 edizioni, Lucca ospita nel periodo di Ognissanti una rassegna molto bella e moderna sul comics, ed i digital games con corollario di ‘Cosplayers’, denominata :LUCCA COMICS & GAMES’.

Una folla da ‘assalto’ di appassionati giovani, molti dei quali mascherati, per giorni la riempiono in ogni angolo con allegria e travestimenti che richiamano le usanze della festa statunitense di Halloween, da pochi anni ‘sdoganata’ anche in Italia.

Tralascianodi numeri da ‘record’ che ha incassato Lucca Comics, il viaggio sulla via Francigena prosegue.
La città di Lucca, che al traffico economico legato alla Via Francigena doveva gran parte della propria ricchezza, era raggiungibile, provenendo dalla piana lucchese, attraverso due strade, denominate rispettivamente “via de supra” e “via de subtus”, la prima delle quali attraversava la località anticamente chiamata “Feliciaio”, mentre la seconda passava dall’insediamento di origine longobarda denominato Tempagnano.

La prima meta del pellegrino che entrava a Lucca era il celebre crocifisso ligneo chiamato Volto Santo’, statua-reliquiario conservata nella cattedrale di San Martino che la leggenda vuole scolpita da Nicodemo. Il racconto più conosciuto è di Leobino che in pellegrinaggio ell’anno del Signore 1282 nella città del Volto Santo, entrato nel Duomo iniziò a suonare e a cantatre perchè altro non aveva da offrire e improvvisamente, dal piede destro di Gesù, si sfilò il grande calzare d’argento e si posò sulle sue ginocchia, per ben due volte. I calzari d’argento (sec. XVII) sono esposti nel Museo insieme al prezioso corredo per vestire il 3 maggio e il 14 settembre il crocifisso del Volto Santo. Nella città, numerosi Ospedali annessi alle principali chiese cittadine accoglievano e ristoravano i pellegrini.

Nel Museo Nazionale di Villa Guinigi è invece conservato il rilievo che raffigura San Jacopo (seconda metà del XII sec.), proveniente dallo Spedale di Altopascio, altra meta molto nota ai pellegrini. Da quando nel IX secolo fu rinvenuta in Galizia la tomba di San Jacopo, l’apostolo cui si attribuisce la cristianizzazione della Spagna, le stazioni delle vie di pellegrinaggio furono costellate di immagini del santo nelle vesti di protettore dei pellegrini, con bastone e conchiglia, o di “matamoros”, a cavallo mentre atterra gli infedeli. L’immagine conservata al Museo mostra un’iconografia meno consueta, il santo è seduto in trono inserito in un’archeggiatura, con in mano un rotulo su cui si legge IACOBUS DEI ET DOMINI NOSTRI IESUS XRISTI SERVUS. Decisamente ispirata alla scultura del IV secolo, l’opera, che assieme al suo pendant raffigurante San Pietro, è una delle più interessanti produzioni della scultura pisano-lucchese della seconda metà del XII secolo, era probabilmente parte di un paliotto d’altare, suggestivamente ricostruito nel Museo lucchese.

Al termine del nostro lavoro, nella quiete del Monastero ospitante, ci siamo resi conto che Lucca è una città che resta nel cuore e dove, proprio durante la Festa religiosa di Ognissanti, si scopre l’identità ‘profana’, per certi versi contrastante ma per i giovani laici ‘divertente’.

(Eugenio Paolo Ferraro, Barbara Lupi)

 

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