[oblo_image id=”3″]Dopo il successo della grande mostra sull’icona dell’arte americana del XX Secolo Georgia O’Keeffe, la Fondazione Roma offre al pubblico un’inedita esposizione intitolata Sculture dalle Collezioni Santarelli e Zeri, dedicata a due grandi esponenti del collezionismo italiano, Federico Zeri, celeberrimo critico d’arte, e la famiglia Santarelli.

Afferma il Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Presidente della Fondazione Roma: “Siamo lieti di ospitare questa mostra che rende omaggio a due delle principali collezioni italiane di opere d’arte, quella della famiglia Santarelli e quella di Federico Zeri. Una delle missioni della Fondazione Roma è proprio di rendere accessibile al grande pubblico anche l’arte “nascosta” e quindi le opere di straordinaria bellezza e di impossibile fruizione conservate nelle raccolte private.

Entrambe le collezioni, pur non incrociando mai le proprie strade, contengono opere glittiche e sculture dall’Età Imperiale sino al ‘700, con un particolare interesse per la storia di Roma. La Città Eterna è il filo conduttore che ha ispirato le due raccolte, le cui scelte – singolarmente affini per alcuni aspetti e divergenti per altri – sono il motivo di questa esposizione.

L’importanza dell’antichità classica, quale periodo storico ed artistico che ha ispirato artisti di diverse epoche, i quali hanno fatto della lezione dell’Antico la cifra stilistica da cui sviluppare un proprio ed autonomo linguaggio espressivo, è stata testimoniata da molte delle mostre ospitate dalla Fondazione Roma, tra le quali mi fa piacere ricordare “Via del Corso. Una strada lunga 2000 anni” (1999), “La Roma di Piranesi. La Città del Settecento nelle Grandi Vedute” (2006), “Il Quattrocento a Roma. La Rinascita delle Arti da Donatello a Perugino” (2008), “Roma e l’Antico. Realtà e Visione nel ‘700” (2010), “Il Rinascimento a Roma. Nel segno di Michelangelo e Raffaello”, da poco conclusasi. Questa esposizione rappresenta dunque un ulteriore omaggio alla Città Eterna e a chi, con un importante lavoro di ricerca, ne conserva la memoria.”

La mostra Sculture dalle Collezioni Santarelli e Zeri, a cura di Andrea G. De Marchi e con la consulenza scientifica di Dario Del Bufalo, presenta in prevalenza statue, grandi frammenti lapidei e bassorilievi dall’antichità all’epoca barocca. Le opere, in gran parte accessibili per la prima volta al pubblico in questa occasione, rappresentano gli interessi sulla scultura di Federico Zeri, condivisi dalla Fondazione Santarelli istituita dai figli nel ricordo dei genitori Dino ed Ernesta Santarelli.

Il nucleo fondativo di quest’ultima raccolta e le aggiunte successive evidenziano un’intelligente linea strategica indirizzata su una produzione artistica fino a pochi anni fa assai sottostimata. La cospicua quantità di pezzi va dai reperti archeologici sino

al ‘700, con un particolare interesse rivolto ai marmi colorati e alla storia di Roma.

Di inestimabile valore storico, artistico e filologico sono le opere provenienti dal lascito del grande Federico Zeri (Roma, 12 agosto 1921 – Mentana, 5 ottobre 1998), che il critico accumulò nell’arco della sua vita, senza mai disporre di grandi mezzi economici – come egli stesso raccontava – ma seguendo la propria curiosità e ricercando sempre la qualità, assistito da un’eccezionale competenza tecnica e da una notevole dimestichezza nel commercio dell’arte. L’occasione consente inoltre interessanti considerazioni sulla figura di quello che è stato probabilmente lo studioso d’arte figurativa più insigne dalla metà

del XX secolo in poi.

LA MOSTRA

L’evento riunisce pezzi lapidei cercando di raccontare aspetti dello stile, dei soggetti e dei materiali della scultura, attraverso una selezione compiuta fra le due raccolte. L’esposizione mette in evidenza le affinità e le differenze che esse esprimono,permettendo qualche cenno sui vari approcci del collezionista nei confronti dell’opera da acquisire. Per illustrarlo è stato selezionato un nucleo straordinario di oltre 90 opere tra statue, reperti archeologici e ritratti provenienti dalle due Collezioni private e da importanti istituzioni museali, quali l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, l’Accademia Carrara di Bergamo e i Musei Vaticani.

Per introdurre il visitatore nel clima suggestivo della mostra sono esposti capolavori come il Ritratto femminile e la Testa di satiro, entrambe di ambito romano appartenenti al I Secolo d.C.[oblo_image id=”2″]

Reperti dell’antichità quali la Ulpia Felicitas, busto femminile di Età tardo-repubblicana, e la Cerere del II-III secolo d.C., provenienti dalla Collezione Santarelli, dialogano con le sculture Allegoria della Virtù vittoriosa sul Vizio e Andromeda (XVI-XVII sec.) di Pietro Bernini, entrambe appartenenti alla collezione Zeri e provenienti dall’Accademia Carrara di

Bergamo.

La ricchezza artistica delle due collezioni è documentata ancora dal Busto di Papa Paolo V Borghese (XVI sec.) di Nicolas Cordier e dal Busto del Cardinale Marzio Ginetti (1673) in marmo e porfido di Alessandro Rondone.

Sono esposti anche molti bassorilievi della tradizione berniniana che tramandano le reali fattezze dei loro committenti, illustrando una delle grandi conquiste figurative dell’Occidente: il ritratto.

Novità assoluta è l’illuminazione di alcuni pezzi, dinamica, proveniente da punti differenti. Si potranno così apprezzare meglio la qualità dei materiali e le tecniche scultoree delle superfici, nonché i volumi in gioco.

IL PERCORSO IN TRE SEZIONI

PRIMA SEZIONE Statuaria e frammenti maggiori

La sezione riunisce esemplari di statuaria e frammenti dalle misure più cospicue. Ordinati con un semplice criterio cronologico, costituiscono un insieme sistematico di pezzi che abbracciano un ampio lasso temporale, dai primi secoli avanti Cristo fino all’età neoclassica.

Ad illustrare questo periodo vengono esposte opere come il bellissimo busto di Dioniso, in marmo, porfido e alabastro del II secolo d.C., proveniente dalla Fondazione Santarelli, e la già citata Andromeda \di Pietro Bernini.

SECONDA SEZIONE Sculture piccole e campionari di marmi

Sono qui raccolti manufatti scolpiti dalle dimensioni contenute, come la dolcissima Testa di fanciullo di ambito romano del ‘500, abbinati a marmi colorati e a mattonelle lapidee.

TERZA SEZIONE Ritratti

L’ultima sezione è dedicata al ritratto, genere notoriamente ostico all’attribuzione, poiché gli artisti, dovendo avvicinarsi alle sembianze reali del soggetto, hanno tendenzialmente ridotto la manifestazione del proprio stile.

Ciò non toglie che l’avvicendarsi delle epoche artistiche sia perfettamente visibile attraverso le opere esposte in questa sezione. La perfezione stilistica della statuaria romana del III secolo è mirabile nel Busto di Alessandro Magno. La ritrovata classicità del XIII secolo è esemplare nel Busto ritratto di Federico II, mentre la raffinatezza del Busto del Cardinale Marzio Ginetti (1673) eseguito da Alessandro Rondone, testimonia l’altezza tecnica e stilistica raggiunta dagli artisti del tempo.

[oblo_image id=”1″]In ultimo è allestito lungo il percorso di mostra Lo studio dello scultore, dove viene ricostruita la bottega di uno scultore, dotata dei vari strumenti e dei materiali di lavoro, per fornire al visitatore un’idea concreta delle tecniche esecutive.

All’interno della stanza sono stati collocati lavori dei due celebri falsari romani della prima metà del Novecento: Gildo Pedrazzoni e Alceo Dossena.


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