Si è chiusa a Torino la XV Edizione di WAN-IFRA Italia – Progettare lo sviluppo – la Conferenza internazionale per l’industria editoriale e della stampa italiana, promossa da WAN-IFRA (Associazione mondiale degli editori), FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) e ASIG (Associazione Stampatori Italiana Giornali).

 Due giornate di lavori da cui sono emersi uno scenario di crisi e alcune soluzioni per uscirne. Tra queste la non rinviabile integrazione cross-media nelle redazioni dei giornali. Il presidente FIEG, Giulio Anselmi, ha lanciato un messaggio di ottimismo: ”tante volte i giornali sono stati dati per morti, sono ancora vivi. Attraversano uno stato di crisi superabile”. Se nei primi tre mesi del 2012 la pubblicità nei giornali ha subito un calo dell’8,7% “rispetto ad un anno già pessimo”, le vendite hanno subito una caduta del 5%, ma, per il futuro, occorre una politica industriale di sviluppo incardinata lungo tre assi: multimedialità, rilancio industriale dei centri stampa e razionalizzazione della filiera editoria, stampa e distribuzione. Così anche per il direttore generale dell’Editrice La Stampa, Luigi Vanetti, che ha annunciato per il suo giornale una nuova redazione integrata per la gestione dell’editoria multimediale, organizzata in anelli concentrici, con al centro il direttore responsabile; una newsroom, centro di produzione dei contenuti da avviare sul prodotto stampato, sull’edizione web e su quelle per le piattaforme mobili, tablet e smarthphone. Per Gianni Paolucci, presidente ASIG, è di strategica importanza la revisione di tutti i processi della filiera: un maggior coordinamento fra editori, stampatori e distributori è una delle chiavi per superare la crisi del settore. Manfred Werfel, deputy CEO di WAN-IFRA, la maggiore organizzazione mondiale dell’editoria quotidiana, ha ricordato come le sfide che deve affrontare il mercato italiano – multimedialità, integrazione dei canali di comunicazione, razionalizzazione dei processi produttivi e coordinamento fra le aziende che concorrono all’industria editoriale – siano condivise nel resto del mondo. Un contesto internazionale anche quello cui ha guardato Cherylin Ireton, director World Editors Forum, relativamente ai nuovi modi di fare informazione: cadono le barriere fra la stampa e la comunicazione video, crescono le sinergie e l’efficienza nella titolazione dei contenuti multimediali, il giornalismo è sempre più un gioco di squadra, il data journalism è accettato come una vera e propria disciplina.
 Per uscire dalla crisi, secondo Sergio Vitelli, segretario ASIG, per i media su carta, occorre puntare su nuovi prodotti editoriali e nuove sezioni tematiche, prendendo in considerazione le nuove tecnologie “sensoriali”, come la realtà aumentata, i “profumi” e la stampa in 3D. Per i media digitali, le strade possibili passano per gli aggregatori pluri e mono testata di Gruppo, per nuove edizioni digitali e nuove strategie di fidelizzazione dei clienti, dal geotagging di notizie e offerte commerciali, fino alle App personali. Marco Bardazzi, digital editor della Stampa di Torino, e Bernadette Gonzalez-Harbour, deputy editor in chief del quotidiano spagnolo El Pais, hanno raccontato le loro esperienze nella trasformazione delle redazioni tradizionali in organizzazioni produttive multimediali, riscontrando come gli investimenti in piattaforme tecnologiche debbano accompagnarsi ad una interiorizzazione dei nuovi processi produttivi: occorre che tutti i redattori si convincano delle grandi opportunità offerte dalla pubblicazione di notizie su diversi canali, imparando a fare sempre più gioco di squadra e a lavorare in team. É necessario soprattutto, non avere paura dei cambiamenti. Sulla stessa linea anche la tavola rotonda dei direttori, coordinata da Giulio Anselmi, con Mario Calabresi, direttore de La Stampa, Roberto Napoletano, direttore de Il Sole 24 Ore, e Bernadette Gonzalez-Harbour. Obiettivo comune per tutti è la qualità dell’informazione, vera chiave per lo sviluppo del settore, e questo richiede professionisti preparati, consapevoli della loro funzione insostituibile anche nell’industria multimediale. Giornalisti ai quali si chiede di non avere paura delle novità e dei cambiamenti in redazione.
 Lo stato dell’arte del settore industriale dei centri stampa è stato illustrato nel Rapporto 2012 sull’Industria Italiana dei quotidiani, realizzato dall’Osservatorio Tecnico “Carlo Lombardi” in collaborazione con l’ASIG e presentato dal presidente dell’Osservatorio, Alberto Di Giovanni, e dal direttore ASIG, Salvatore Curiale. Nella dinamica del settore industriale si è registrata una significativa erosione dei fatturati, diminuiti fra il 2006 e il 2011 di oltre un miliardo di euro. Nonostante gli sforzi sul fronte della riduzione dei costi – passati nello stesso periodo da 3,6 a 2,7 miliardi annui – la redditività complessiva del settore è andata calando, con un margine operativo lordo pari a meno del 4% del fatturato.
 La conferenza si è chiusa affrontando il nodo dell’ottimizzazione del processo di distribuzione dei prodotti editoriali. Fabrizio Carotti, direttore generale della FIEG, ha ribadito la necessità di trovare nuovi modelli di organizzazione del lavoro e nuove metodologie per regolare i rapporti fra tutti gli attori della filiera, editori, stampatori e distributori. La Federazione Editori sta lavorando attivamente in due direzioni: l’informatizzazione dei punti di vendita dei prodotti stampati e la “resa certificata”, uno strumento di lavoro dove convergono tecnologie e accordi economici. L’abbattimento dei costi legati alla gestione della resa dei prodotti stampati è qualcosa di cui beneficerà tutta la filiera produzione/distribuzione.

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