[oblo_image id=”1″]La regia di Virginio Liberti e Annalisa Bianco si fonde alla poesia di Bernard Marie Coltès nello spettacolo Nella solitudine dei campi di cotone, in scena domenica 6 aprile al Teatro Rossini di Pesaro. L’appuntamento è inserito nel cartellone di TeatrOltre, rassegna che presenta importanti esperienze della scena contemporanea su iniziativa degli Assessorati alla Cultura dei Comuni di Urbino e Pesaro, dalla Fondazione Teatro della Fortuna di Fano, dalla Provincia di Pesaro e Urbino, dall’Amat, dalla Regione Marche e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Egumteatro, formazione milanese produttrice dello spettacolo in sinergia con Compagnia Krypton, incontra il drammaturgo francese Koltès nel suo lavoro più straziante, che ha visto messe in scene di grandi registi europei. In un esasperato crescendo drammatico, due attori di straordinaria bravura (Fulvio Cauteruccio e Michele Di Mauro) interpretano il lavoro più famoso di Koltès, morto a quarant’anni, nel 1989, di Aids.

Il testo, fatto di tenebre, paure infantili, disperata necessità di affetto, racconta dell’incontro casuale fra due uomini, un dealer (venditore) e un cliente che, senza ammetterlo, si cercano per un mercato da non rivelare, per un estenuante trattativa di cui non verrà mai dichiarato l’oggetto, in un dialogo astratto che mette in causa il paradosso dell’incomunicabilità.

Il nostro lavoro registico affermano i registi, quasi chirurgico, la nostra messa in scena cerca la struttura portante e per noi Nella solitudine dei campi di cotone non fa altro che riflettere sulla colonna vertebrale dei rapporti umani, dell’organizzazione sociale, dell’economia, dell’architettura delle città e della fisicità costituente del reale. Nella solitudine dei campi di cotone troviamo immagini usate da fisici come Einstein e Poincaré, troviamo pagine di manuali di economia, troviamo la vita con la sua Complessità e la sua Molteplicità. Koltès, secondo noi, ha voluto ed è riuscito a pensare la fine di un secolo tormentato, infernale, il secolo più fotografato, un secolo cinematografico e televisivo.

Lo spettacolo ha debuttato nell’estate 2006 in tre versioni per luoghi non teatrali: al Mittelfest 2006 in un bar del Cividale del Friuli, al Festival di Montalcino nel cortile della Casa del Popolo e al Festival di Radicondoli in un ex-frantoio. Tutti luoghi della vita comune per uno spettacolo emozionante che vuole porre al centro del suo interesse la vita stessa. La versione teatrale proposta a Pesaro rappresenta dunque un’esperienza nuova ma non per questo meno affascinante.

La traduzione del testo è curata da Anna Barbera. Le scene dello spettacolo, coprodotto da Mittelfest 2006 con il contributo di Ente Cassa di Risparmio di Firenze, sono di Horacio De Figueiredo, i costumi di Marco Caboni, il suono è curato da Otto Rankerlott e le luci da Loris Giancola.

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