[oblo_image id=”1″]Il 12 settembre del 1993, al “Pino Zaccheria” di Foggia esordiva un giovanotto molto interessante che la Juve aveva appena prelevato dal Padova, Alessandro Del Piero. Quella partita finì 1-1. Al vantaggio del Foggia firmato dall’olandese Bryan Roy rispose Ravanelli per i bianconeri. Erano altri tempi. Il Foggia era guidato da Zeman mentre la Juve da quel santone di Trapattoni. Nessuno avrebbe mai immaginato che quel timido ragazzino, entrato al 29esimo del secondo tempo al posto di Ravanelli (sette minuti dopo il pareggio firmato proprio da Penna Bianca), sarebbe poi diventato una delle bandiere bianconere di tutti i tempi e uno dei maggiori simboli della juventinità.

Per Del Piero parlano i numeri. Finora aveva collezionato ben 4 record con la maglia della Juve. Nessuno ha messo assieme più presenze di lui in maglia bianconera: 560; nessuno ha segnato come lui: 242 gol; nessuno ha segnato come lui nelle coppe: 44 reti; nessun bianconero ha segnato come lui in Nazionale: 27 volte. Insomma di record, e pure invidiabili, ne aveva finora. Ma evidentemente non gli bastavano. Voleva di più e quel di più non se l’è fatto mancare.

[oblo_image id=”3″]E allora ecco anche il record di stagioni consecutive con la stessa casacca (quella juventina ovviamente). Sotto con la sedicesima stagione con quella maglia diventata ormai sua seconda pelle. Con questo ennesimo record ha superato anche grandissimi della storia bianconera, come Boniperti e Furino (15 stagioni) e l’indimenticabile Scirea. Con le strisce bianconere addosso Del Piero ha fatto di tutto. Ha vinto campionati, una Coppa Campioni, una Coppa Intercontinentale, varie Supercoppe, persino la Serie B dove ha accettato di giocarvi pur di rimanere nella sua seconda casa: la famiglia juventina. A quasi 34 anni si appresta a disputare l’ennesima stagione con la maglia della Juve consapevole pure che non sarà l’ultima. Magari non potrà giocare sempre, vista l’età, ma sicuramente non sarà in rosa per fare numero o per questioni di spogliatoio. Il suo apporto alla squadra sarà sicuramente importante e, perché no, speriamo anche decisivo.

Per un antijuventino come me, è difficile ammettere tutto ciò, ma la passione per il calcio e la sportività dovrebbero sempre avere il sopravvento sul tifo e sulle sue conseguenze negative, peraltro evitabili.

[oblo_image id=”2″]Ad ogni modo Del Piero non è l’unico ad aver fatto una scelta del genere. Anzi, ritornando con la memoria al passato se ne trovano, e molte, di bandiere e di fedelissimi di lunga militanza.

Il recordman in assoluto in serie A appartiene all’ancora attivo Paolo Maldini. Per lui quest’anno sono 24 le stagioni in maglia rossonera ma già da un paio d’anni il suo fisico mostra non pochi segni di cedimento. Quest’anno, è sicuro, sarà l’ultimo per lui (di attività ovviamente!).

Abbastanza staccato (19) segue lo storico capitano dell’Inter, Beppe Bergomi, da qualche anno commentatore di punta di Sky al fianco di Fabio Caressa. Le loro voci hanno portato fortuna nel mondiale di due anni fa. Senza loro gli Europei di quest’anno sono andati maluccio. Beh, auguriamoci allora che Murdoch acquisisca i diritti per la Confederation Cup nell’anno prossimo e, soprattutto, per i Mondiali di SudAfrica nel 2010!

Continuando in questa speciale classifica troviamo Giacomo Bulgarelli, che ha contribuito a scrivere la storia di ben 17 stagioni rossoblu.

Un tantino più indietro c’è lo storico capitano del Napoli Bruscolotti, che spese ben 16 stagioni in maglia azzurra di cui 3 nel magnifico ciclo di Maradona in cui la società di Ferlaino vinse più che in tutta la sua restante storia passata e futura (almeno finora).

[oblo_image id=”4″]A pari merito con Bruscolotti e Del Piero troviamo l’attuale capitano della Roma Francesco Totti, che per allungarsi la carriera in maglia giallorossa decise di chiudere la sua esperienza azzurra dopo la vittoriosa spedizione tedesca dei Mondiali 2006. Rimarrà di quest’avviso dopo il ritorno di Lippi? Sinceramente speriamo di si, ma questo è un altro discorso.

Si è fermato invece a 14 stagioni Antognoni con la maglia della Fiorentina, come a 14 si fermò Vincenzo D’Amico con quella della Lazio. Gigi Riva nobilitò il Cagliari dove rimase invece per 13 anni. Infine Biffi del Palermo, forse il meno conosciuto della compagnia, è stato devoto alla maglia del Palermo per ben 11 stagioni.

Insomma, in questo calcio globale e globalizzato, pieno di giramondo, se si scava ci sono ancora bandiere sparse qua e là. Ma più si va avanti più ci vuole la torcia per trovarle. Speriamo che sia un fenomeno che riprenda consistenza dopo un periodo in cui la moda è stata ben altra.

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