[oblo_image id=”1″] L’ho visto giocare dal vivo per la prima sei anni fa. Seguivo per un giornale locale le giovanili della Juve e mi avevano accennato ad un ragazzino dal fisico imbarazzante ma dalla tecnica sopraffina. Lo cominciai a scrutare con curiosità vedendo come con la fronte arrivasse a malapena al petto degli avversari. Poi però bastava notare come accarezzasse il pallone per rimanere incantati. In tribuna già allora si discuteva sulle sue possibilità future, si sperava “che crescesse perchè così piccolo non può giocare in A, figuriamoci alla Juve”. Da allora di strada Sebastian Giovinco ne ha fatta tanta. Tutta la trafila con le giovanili bianconere fino all’esordio in prima squadra nell’unica stagione della Vecchia Signora tra i cadetti, poi il passaggio in prestito all’Empoli per saggiare la massima serie e conquistarsi la maglia della nazionale under 21. Il partito dei diffidenti si continua ad assottigliare partita dopo partita. Perchè sarà pur vero che il calcio moderno è sempre più fisico, ma un talento così cristallino non può essere sprecato. La formica atomica è arrivato a quota 6 reti ma ciò che impressiona è la capacità di essere decisivo nel momento più delicato del campionato. Si è conquistato sul campo la fiducia dei compagni: doveva essere la giovane recluta da addestrare, ha già conquistato i galloni del leader. E’ lui ad essere servito quando c’è bisogno di un colpo risolutore, di una prodezza che spezzi l’equilibrio consentendo di credere al miracolo chiamato salvezza. E si parla sempre più insistentemente del suo futuro. A volerlo sono in tanti, dal Palermo al Barcellona, dal Chelsea al Cska Mosca, ma alla Juve sanno di avere in casa il jolly che può far saltare il banco, l’unico a poter ereditare un giorno la maglia di Alex Del Piero senza far mugugnare la tifoseria. Sebastian Giovinco è abituato a stupire, a prendere con autoironia le battute sul suo fisico e a rispondere sfoderando il meglio del suo repertorio. Ha la dote tipica dei predestinati di far sembrare semplice, ciò che per gli altri è inimagginabile. Ora è concentrato sulla salvezza dell’Empoli, pur con la certezza che a fine stagione la sua strada e quella dei toscani si separeranno. Il futuro si chiama Juve. Come si sapeva o forse si sperava. Perchè non è vero che una storia senza sorprese debba essere meno entusiasmante. A volte basta seguire la trama del destino per rimanere incantati.

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