La poesia non dà pane,come dicevano gli antichi, e anche sulla prosa, purtroppo non si può fare troppo affidamento. Lo sanno bene gli scrittori protagonisti di questo libro, che prima di venir riconosciuti e di conseguenza ricompensati si sono dovuti adattare ad ogni sorta di lavoro per sbarcare il lunario. Ancor meglio lo sanno coloro che, per tutta la vita, si son dovuti tra lavoro e letteratura in un dualismo insostenibile.

Il fenomeno dello scrittore squattrinato e pieno di sogni è sempre esistito, le sue lamentele in versi o in prosa sono diventate quasi un genere letterario. Culminato nell’epoca moderna, quando la cultura ha iniziato a non essere piu appannaggio solo di classi agiate o del clero, perdendo quinditutte le forme doi sostegno economico tipiche delle classi considerate elitarie, e riconsegnandoci biografie di autori sempre piu caratterizzate da esordi difficili ed attivita lavorative varie e dispersive.

Di queste biografie Daria Galateria ne ha selezionate ventiquattro e le ha inserite nel suo libro, Mestieri di scrittori (ed. Sellerio, p. 218, € 12), isolandoli dal contesto dell’opera che hanno preceduto o accompagnato per farne meglio risaltare laparticolarità, una sorta dispecchio della difficile situazione dello scrittore.

Siamo in presenza di due vite, in alcuni casi addirittura inconciliabili. Il primo scrittore che incontriamo è il rivoluzionario Gorkij, la sua infanzia difficile, i suoi tanti lavori: scaricatore sul Volga, ladro di legni, sguattero su un piroscafo fino a dover scrivere due articoli al giorno per il «Foglio di Nižnij Novgorod».

L’ industriale triestino Italo Svevo che per lungo periodo abbandonò la letteratura per non farsi distrarre dal suo lavoro nella fabbrica di vernici sottomarine di famiglia, ma che alla fine non riuscì più a non pensare ai suoi romanzi e tornò alla letteratura a cinquant’anni quando finalmente potè lasciare tutto in mano alle figlie.

Jack London si lamentò più per le ore passate alla macchina da scrivere che gli procurava dolori alla schiena che per il lavoro come «grassatore nella camera delle macchine» nella centrale elettrica di una compagnia tranviaria.

Kafka fece l’assicuratore per tutta la vita e il non vivere esclusivamente per la letteratura lo amareggiava molto. Poi Thomas Eliot soddisfatto per il suo posto da bancario tanto da definirlo “accogliente ed incoraggiante”: La poesia non mi è stata di grande aiuto alla carriera in banca; in compenso l’impiego in banca mi ha permesso di scrivere le mie poesie.

Il libro non e soltanto una raccolta di aneddoti e racconti, è un’occasione per vedere gli scrittori da una prospettiva nuova ed inedita, per riconoscere nella loro immagine idolatrata di autori, l’umanità, la normalità e spesso anche la modestia, che si cela in fondo al ruolo interpretato attraverso le loro pagine.

Daria Galateria
Mestieri di scrittori
Ed. Selleri
p. 218
€ 12

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