[oblo_image id=”1″] Se non lo vedi giocare, non ci credi. Non puoi immaginare che uno alto 1.65 strappi il rimbalzo ad un gigante che superi i 2 metri. Nè puoi pensare che con quel fisico possa essere il leader indiscusso di una squadra di pallacanestro. Invece, Marques Green sta infiammando il pubblico di Avellino con il suo repertorio di assist, penetrazioni e tiri. Soprattutto, con una capacità unica di leggere la partita: di sfruttare al massimo le qualità dei compagni e di essere decisivo nel finale di gara. Lo hanno premiato come miglior giocatore del girone d’andata, ma il capolavoro lo ha dipinto nella fase finale della Coppa Italia.
Ha guidato gli irpini al primo trofeo della loro storia superando la Virtus Bologna padrona di casa. Sfida durissima per il fisico e soprattutto per i nervi con due squadre consapevoli di avere a portata di mano un’occasione unica. Equilibrio sovrano per tutta la gara finchè si arriva al concitato finale. Coach Boniciolli si affida completamente a Green chiedendo al play di prendere per mano la squadra. E il folletto di Avellino gestisce con la consueta freddezza gli ultimi minuti dimostrandosi infallibile ai tiri liberi. La sirena sancisce la vittoria degli ospiti per 73 a 67. Glissiamo sulle polemiche arbitrali e sulle veementi proteste del pubblico di casa. Meglio archiviare la Coppa Italia con l’immagine di una città in festa che porta in trionfo il suo piccolo eroe. Marques Green, 25 anni da Philadelfia, già da tempo si è meritato gli applausi degli appassionati di basket. Non quelli di “simpatia” per la statura, ma le standing ovation riservate ai campioni. Di qualunque altezza essi siano.
FINALE COPPA ITALIA
Air Avellino b. La Fortezza Bologna 73-67 (18-10, 37-36, 53-55)