Roberto Calasso sta diventando uno degli ospiti più affezionati di Che tempo che fa dove Fabio Fazio lo invita regolarmente per chiedergli aggiornamenti sullo stato dell’editoria italiana e sulle prospettive per il futuro. Figlio di un famosto giurista e nipote di Ernesto Codignola, esimio pedagogista, ha subito scoperto la sua passione per i libri. E’ entrato poco più che ventenne in Adelphi e ha scalato tutti i gradini sino a divenire presidente. Editore moderno con una propensione marcata a sperimentare ed innovare raggiungendo segmenti di mercato apparentemente lontani, ha mostrato tutto il proprio fiuto anche recentemente dando fiducia a libri “insoliti” divenuti insospettabili best seller.
E’ il caso de La cripta dei cappuccini di Joseph Roth o del celeberrimo Siddharta di Hermann Hesse: titoli scelti inizialmente scommesse che poi hanno dato vita a filoni coronati dal successo. Ma Roberto Calasso ha parallelamente proseguito anche l’attività di scrittore che ormai tocca i quarant’anni dall’esordio con L’impuro folle. Sono seguiti testi che hanno lasciato un segno come Le nozze di Cadmo e Armonia, Cento lettere a uno sconosciuto, Il rosa Tiepolo, L’ardore e L’impronta dell’editore.
Con Adelphi Edizioni coniuga strategie di marketing e amore per la letteratura: valorizzare i libri difendendone l’unicità. Osare ma anche difendere il patrimonio classico, continuare a credere ostinatamente che i libri possano continuare a essere un prodotto appetibile per il mercato sforzandosi di educare il pubblico alla lettura. Definire una chiara impronta editoriale per rendere più riconoscibili i volumi senza perdere la curiosità per esplorare terreni apparentemente poco fertili che invece poi regalano un raccolto straordinario. Per questo e per molto altro bisogna essere grati a chi come Roberto Calasso si impegna per continuare a fare respirare un oggetto che non passerà mai di moda a dispetto delle illazioni. La forza del libro resta immutata, bisogna solo allenare la sensibilità per avvertirne l’impeto.