Recensione La creatura del desiderio
Recensione La creatura del desiderio
Recensione La creatura del desiderio

Poche città sono narrative come Vienna con i suoi palazzi, i suoi viali, persino la periferia. Uno scrittore in cerca di ispirazione la elegge come metà ideale: va lì e inizia a passeggiare immergendosi in riflessioni, elucubrazioni, slanci di fantasia. Prima o poi qualcosa di interessante per riempire il foglio, lo trova. Oppure c’è chi l’ispirazione sembra averla di default come Andrea Camilleri che per le atmosfere vellutate e ovattate della capitale austriaca, ha relegato temporaneamente il caro sud e i colori del Mediterraneo. L’ambietazione storica è quella di inizio Novecento, l’apoteosi culturale per Vienna sospesa tra la grande musica sinfonica, gli strepiti letterari e la pittura espressionista. Proprio quest’ultima corrente ha avuto uno dei maggiori esponenti in Oskar Kokoschka, che Camilleri racconta nel libro nel suo lato più umano. La creatura del desiderio è la ragazza amata dall’artista, Alma Mahler, vedova del noto compositore Gustav Mahler. La relazione è struggente, ispiratrice e distruttrice al tempo stesso. Oskar trova in lei nuova linfa per le sue opere ma al tempo stesso ne è sopraffatto: soffre per le bizze di una donna magnetica e dissimulatrice, non può frenare un’attrazione travolgente e tormentata. A complicare il quadro arriva la guerra; l’allontanamento è doloroso e inevitabilmente lascerà solchi profondi nella carne e nell’anima dell’artista. Al suo ritorno, in un disperato tentativo di riavere l’amata farà costruire una bambola secondo le fattezze reali.

La storia è avvincente ed avvolgente, si aprono continuamente parentesi tonde, quadre e graffe che arricchiscono senza appesantire la trama. La sapiente penna di Camilleri riesce a dosare un intreccio così ricco di sfumature psicologiche mantenendo il consueto ritmo narrativo. E’ un libro da leggere, da divorare di primo acchito sedotti da un ordito sontuoso e mossi dalla curiosità sull’esito della relazione: impossibile non parteggiare per i personaggi, caldeggiandone le sorti e immedesimandosi nelle lacerazioni interiori. Ma è al tempo stesso un’opera che può essere gustata, centellinata dopo la lettura: ritrovando in alcuni passi le magiche atmosfere della Vienna di inizio secolo, i dialoghi serrati e riflessioni che possono aiutare a capire noi stessi e soprattutto come agisce la nostra psiche quando le passioni prendono il sopravvento

Recensione La creatura del desiderio

Autore Andrea Camilleri

Editore Skira

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