Secondo uno studio dell’Universita’ Vita-Salute San Raffaele di Milano, pubblicato sul Journal of Neuroscience, sarebbero stati scoperti gli interruttori del cervello che attivano le lingue, cioè quel meccanismo attraverso il quale i traduttori simultanei e le persone bilingue passano semplicemente da una lingua all’altra.

Lo studio, svolto in collaborazione con l’Università della California e dei Geneva University Hospitals, ha portato alla luce l’esistenza di questo meccanismo cerebrale, posto nella corteccia del cingolo – che è coinvolta nell’attenzione e nel controllo delle azioni mentali – e il nucleo caudato, una struttura sottocorticale implicata nel processo di inibizione delle azioni. Il meccanismo permette di selezionare correttamente la lingua con cui ci si vuole esprimere attraverso un sistema di controllo posto nel cervello. Si tratta di una sorta di interruttore che si attiva durante il passaggio dalla lingua madre a una seconda lingua e viceversa. Questi interruttori sarebbero stati “fotografati” al lavoro con l’aiuto di una serie di risonanze magnetiche, fatte a persone bilingue, mentre leggevano brani tratti da “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupery, nelle due diverse lingue a loro note. Se da tempo si ipotizzava che esistesse un meccanismo di controllo nel cervello per bloccare una lingua e dare il via libera all’altra, impedendo interferenze e sovrapposizioni, ora gli scienziati hanno identificato anche le aree cerebrali coinvolte.

[oblo_image id=”1″]Secondo i risultati dello studio, quanto più si è esposti a una lingua straniera, tanto più nel cervello si attivano sistemi neurali simili a quelli che si utilizzano quando si usa la lingua madre. Per questo è così importante vivere nel paese in cui la si parla, seguire programmi televisivi o radio, parlando con soggetti nativi, in modo frequente e costante. “Solo così le due lingue si comporteranno nel nostro cervello in maniera sovrapponibile, la capacità di passare da una lingua all’altra si acquisisce fin da piccoli, ma il meccanismo di controllo si perfeziona verso i tre anni, quando non si fa più alcuna confusione. E’ un dono prezioso, che regala una marcia in più” sottolinea Daniela Perani, docente di Fisiologia Psicologica all’Università Vita-Salute San Raffaele.

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