[oblo_image id=”1″] Chissà cosa avrà pensato Carolina Kostner vedendo la giapponese Mao Asada scivolare sul primo salto. In quel momento l’azzurra era in testa alla gara mentre la campionessa nipponica sembrava aver ormai compromesso tutto. Mai come in quel frangente l’oro è stato vicino. Ma la Asada ha reagito da vera fuoriclasse. Ha barcollato, ha toccato anche la balaustra senza però farsi condizionare. Ha proseguito la sua esibizione senza commettere altri errori: grazia artistica e potenza atletica, intensità espressiva e nervi d’acciaio. Una combinazione straordinaria premiata dai giudici – senza alcuno scandalo, sia chiaro – e che ha relegato la Kostner al secondo gradino del podio. Un risultato senz’altro prestigioso che conferma la maturazione della nostra portacolori. Carolina non ha tradito le attese come era avvenuto alle Olimpiadi di Torino dove era stato schiacciata dall’eccessiva pressione e ha condotto anche il programma a corpo libero con personalità. A Goteborg ha scelto un esercizio difficile per respingere l’assalto delle atlete orientali ed ha sfiorato l’impresa da copertina. Ad essere fatali sono state piccole sbavature sparse nei tre minuti danzati sull melodia del Dumsky Trio di Dvorak. Dettagli che purtroppo hanno fatto la differenza. L’altoatesina ha concluso con il punteggio di 184,68: la giapponese ha toccato quota 185,56. Un divario ridottissimo che conferma le possibilità della Kostner – come sempre prima delle europee – di puntare ai massimi traguardi. Se c’è un rimpianto è quello di non aver riprodotto fedelmente le performance eseguite negli ultimi allenamenti. Ma la gara ha sempre un altro peso e il potenziale della nostra campionessa si sta svelando dolcemente. Di sicuro, Carolina è molto di più di una promessa. Per continuare a sognare di divenire la reginetta assoluta del ghiaccio c’è ancora tempo. I mondiali di Goteborg hanno però rafforzato la convinzione che il sogno si tramuterà inevitabilmente in realtà.