[oblo_image id=”1″] Sarà un segno dei tempi ma fa un certo effetto commentare un debutto stagionale dove il centro dell’attenzione viene riservato ad un allenatore. Così a Marassi tutti gli occhi e le telecamere scrutano le espressioni di Jose Mourinho. Si cerca di sondarne l’umore, di scovare chi è il destinatario dei suoi rimproveri, cosa si celi dietro i suoi sorrisi beffardi. Al novantesimo, però, rimane la sensazione che le aspettative siano rimaste deluse. L’Inter del nuovo condottiero è ancora un cantiere aperto con la scritta “lavori in corso” ben visibile ai cancelli d’entrata. Le giustificazioni sono numerose e tutte fondate: dalle assenze in serie al poco tempo a disposizione, dalla condizione fisica precaria alla tenacia di una Sampdoria durissima a morire. Tuttavia, la stampa nazionale aveva presentato la prima di campionato con tutti i crismi dell’evento epocale. Ha annunciato Mourinho come un profeta giunto per rivoluzionare il calcio tricolore. Ha esaltato i sistemi di allenamento, si è compiaciuta per ogni esternazione pubblica, ne ha incorniciato l’immagine da vincente. Alla prova dei fatti, però, è stato messo alle corde da Walter Mazzarri, allenatore meno fotogenico ma da tempo rodato alla dura realtà del nostro campionato. L’Inter torna da Marassi con un punto. Così come aveva previsto il tecnico di Setubal, a cui spesso basta un’innocua frase di circostanza per scatenare l’attenzione dei media. In fondo, anche a lui non piace il soprannome di special one. Forse allora sarebbe meglio che anche i giornali sportivi iniziassero a considerarlo alla stregua degli altri tecnici. Perchè sarà vero che lo straniero fa sempre chic, ma tutto si può dire ai nostri allenatori tranne di non essere preparati su schemi, tattiche e disposizioni in campo. Se è vero che un giocatore da solo non può vincere una partita, a maggior ragione non può garantire il successo chi deve limitarsi a vedere la gara seduto in panchina. Questo lo sa senz’altro anche Mourinho. Ora se ne saranno accorti anche gli osservatori meno attenti.
Mourinho: esordio ben poco “special” per l’ex blues
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