L’arte ebraica-italiana è in esposizione all’Eratz Israel Museum di Tel Aviv dal 4 dicembre scorso, primo giorno dell’ “Hannuccà”, la festa delle Luci. Si attraversano due mila anni di storia attraverso otto sezioni tematiche: il viaggio, la vita negata e ritrovata, tra vita pubblica e quotidianità, i luoghi, sapienza ebraica, di generazione in generazione, linguaggio e letteratura, le arti. Il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Simonetta Della Seta, ha spiegato come questo sia un omaggio delle istituzioni italiane al popolo ebraico e a Israele per il suo 60esimo anniversario (1948-2008). La mostra è curata da Natalia Berger e dal direttore del Museo ebraico di Roma, Daniela di Castro, in collaborazione con Giulio Busi e Philippe Daverio.

L’obiettivo che ci ha mossi – spiega la Della Seta non è stato solo quello di raccontare ciò che caratterizza l’ebraismo italiano, quanto di mettere a fuoco l’interessante intersezione tra le due culture, dalla quale si evince che importanti spunti ebraici compaiono in alcuni dei momenti più alti dell’elaborazione artistica e filosofica italiana.

Esposti ci sono anche tessuti, dipinti, manoscritti, gioielli, arredi in argento e legno e documenti della tradizione ebraica. Si spazia dalle catacombe ebraiche ai dipinti di Modigliani, Bolaffio, Colcos, Pisa, Levi, Tominz. Gli oggetti provengono da Italia, Francia, Portogallo, Inghilterra e Svizzera e sono presenti pezzi di collezioni private e pezzi che arrivano dagli Uffizi, dalla Biblioteca Palatina e dalla Biblioteca Apostolica Vaticana. La mostra che si chiuderà il 28 febbraio, è patrocinata dalla Presidenza del Consiglio, dal Ministero dei Beni Culturali, dalla Regione Lazio e dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane.

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