[oblo_image id=”1″] Per sua natura, l’arte rende liberi. Crea spazi, apre la mente di chi la osserva, sa trascendere la realtà sconfinando nell’immaginazione. Ma cosa succede quando creatività e libertà sono limitate da un ambiente chiuso anche metaforicamente come il carcere? E’ la domanda che si è posta la Fondazione Re Rebaudengo nell’allestire la mostra YouPrison. Ad undici prestigiosi studi d’architettura è stato chiesto di progettare, ma sarebbe più corretto dire interpretare, lo spazio angusto di una cella. Tre metri per quattro a cui si legano inevitabili dubbi etici. Perchè da un lato il carcere è in ogni società il luogo deputato per espiare e punire ma dall’altro vi sono da difendere i diritti della persona e le evoluzioni urbanistiche da assecondare. Proprio per questo, si è rivelata quanto mai indovinata l’idea di convocare studi d’architettura provenienti da luogi lontani geograficamente e culturalmente. Dalla logica del profitto sotto accusa in America, alla condizione dei condannati nelle realtà più difficili dell’Asia, dalla trasformazione dello spazio carcerario in un luogo virtuale alla ricerca di autodefinizione della condizione dei detenuti attuata dallo studio NOWA di Marco Navarra, il panorama offerto ai visitatori è quanto mai ampio. La mostra gioca con successo sulle potenzialità dell’arte che al tempo stesso si inserisce in un contesto opprimente ed evade con il suo inesauribile potere d’immaginazione. Un’esposizione che si trasforma in occasione di riflessione su un tema così delicato dove le parole sono sostituite dalle immagini.

YouPrison, Riflessioni sulla limitazione di spazio e libertà

A cura di Francesco Bonami

Luogo: Via Modane 16, Torino
Telefono: 011.379.76.0
Internet: http://www.fondsrr.org
E-mail: info@fondazionemerz.org
Orario: da martedì a domenica dalle ore 12.00 alle ore 20.00; giovedì dalle ore 12.00 alle ore 23.00; lunedì chiuso
Tariffe: ingresso gratuito
Periodo: fino al 12 ottobre 2008

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