[oblo_image id=”1″]L’area archeologica dei Fori Imperiali, oltre a essere una meta imperdibile per i turisti, è indubbiamente una delle tante meraviglie grazie a cui Roma viene spesso citata come la più bella città del mondo. Zetema Progetto Cultura ha perciò deciso di organizzare una mostra temporanea che ripercorre, attraverso l’esposizione di varie testimonianze artistiche dell’epoca, il periodo delle consistenti demolizioni e degli scavi di ampliamento nelle zone a ridosso della attuale Via dei Fori Imperiali. La strada e l’annesso ripristino scenografico dei Fori di Augusto, di Cesare, di Nerva e dei Mercati di Traiano furono progettati e promossi dalla dittatura fascista, per rafforzare l’ideale continuità storica del nuovo corso politico con il potere e il fasto dell’antico regno dei Cesari.
[oblo_image id=”3″]I lavori iniziarono nel 1924, interessando in un primo momento soprattutto il Foro di Augusto (risalente al 2 a.c.): al suo interno, infatti, fu demolito il complesso cinquecentesco della Ss. Annunziata ai Pantani. Vennero però conservati alcuni affreschi della chiesa: in mostra è possibile ammirare due frammenti con un Apostolo e un Angelo (1639-1642), un tempo parte di una lunetta raffigurante L’Assunzione. Sempre per riunificare l’intera area scavata, fu necessaria la soppressione di un tratto di Via Bonella: per rendersi conto di come fosse il preesistente assetto viario del quartiere, comunque, si può fare riferimento all’opera in grafite ed acquerello di Lucia HoffmanVia Bonella dall’Arco dei Pantani (1931), o alle numerose fotografie di Cesare Faraglia, Filippo Reale o di altri reporter non identificati ma anch’essi incaricati di documentare tali trasformazioni dagli Uffici del Governatorato di Roma.
[oblo_image id=”5″] Le immagini di questi autori, inoltre, hanno contribuito ad identificare la provenienza dei reperti venuti alla luce durante gli scavi. La Testa colossale di divinità femminile con larga benda intorno ai capelliè una scoperta fra le più significative: rinvenuta nel 1937 al di sotto dei Mercati di Traiano, in passato probabilmente alcuni suoi particolari erano in marmo diverso colorato.
Il Foro di Traiano è il più grande ma anche il più recente dei Fori Imperiali (107-113 d.c). La struttura adiacente dei Mercati, invece, fu costruita soltanto nel primo decennio del II sec. d.c. per mascherare e sostenere il taglio effettuato lungo le pendici del Quirinale, necessario alla realizzazione del foro. Con gli smantellamenti degli edifici confinanti di origine rinascimentale, avvenuti fra il 1929 e il 1932, l’intero emiciclo dei mercati riemerse in tutto il suo splendore. Le operazioni terminarono nel 1933 con l’abbattimento delle chiese di S. Lorenzo ai Monti e di S. Urbano ai Pantani, dalla quale proviene l’affresco di ambito cortonesco La Samaritana al pozzo (1654-1661) presente in mostra e in ottimo stato di conservazione. Nel corso dello stesso anno, demolendo un caseggiato di Via Alessandrina, successe un fatto davvero curioso che destò molto clamore e finì sulle pagine dei giornali: si trattava del ritrovamento del tesoro privato di Francesco Martinetti, un antiquario romano che aveva vissuto in quell’appartamento. La raccolta comprendeva ben 2529 monete d’oro antiche, medioevali, moderne e ottocentesche, 81 gioielli e gemme, molte delle quali appartenenti alla Collezione Boncompagni Ludovisi (XVII secolo). Essa, dopo lunghe controversie legali sorte tra gli eredi del ricco signore, il Governatorato di Roma proprietario dello stabile espropriato e gli operai scopritori, fu agglomerata alle collezioni del Medagliere Capitolino.
[oblo_image id=”4″]All’imperatore Traiano si deve pure l’ampliamento dell’originario Foro di Cesare, consacrato nel 46 a.c. e descritto dalle fonti antiche come un luogo sfarzoso ed imponente. Con il passare dei secoli, purtroppo, esso venne abbandonato e cadde in rovina. La riqualificazione dell’area si verificò solo nel 1566-1572, con gli interventi di bonifica e urbanizzazione ordinati da Pio V. Il suo assetto rimase invariato da allora fino al 1931 quando, radendo al suolo le ultime case ancora in piedi dopo gli sventramenti per la costruzione del Vittoriano, riaffiorarono altre serie di tabernae in blocchi di tufo e travertino. Successivamente venne dissotterrato tutto il podio del Tempio di Venere Genitrice, edificato a causa di un voto fatto da Cesare prima della battaglia di Pompeo e Farsalo. Lungo il percorso espositivo, si incontrano sia frammenti del suo fregio con amorini (fine I- inizio II sec. d.c.) sia 15 frammenti scultorei in marmo relativi a una o più lastre di rilievo, pertinenti sempre alla decorazione del medesimo tempio.
[oblo_image id=”2″] Il Foro di Nerva, infine, è situato a ridosso di Via Cavour e vicino alla Torre dei Conti (un tempo attorniata da vecchie abitazioni, come si evince dall’olio su tavola di Tina Tommasini). Iniziato e quasi completato sotto Domiziano, fu inaugurato solo dopo la sua morte sotto l’imperatore Nerva nel 97 d.c. Negli anni Trenta del Novecento le Colonnacce, inglobate fino ad allora in palazzi moderni, furono separate e riportate al piano originario. Dal paesaggio, al contrario, scomparve in quel periodo la chiesa medioevale di S. Maria in Macellum Martyrum, eliminata anch’essa per dare maggiore risalto ai resti archeologici circostanti. Dalla sua facciata provengono le due lunette con teste di cherubini (XVI sec.), collocate provvisoriamente lungo una parete dell’ultima sala del museo.
Per ulteriori approfondimenti, è in vendita il catalogo pubblicato da Palombi Editori in occasione dell’evento.
Sede: Roma, Musei Capitolini (Piazza del Campidoglio)
Periodo: dal 23 Luglio al 23 Novembre 2008
Orari: dal martedì alla domenica ore 9.00-20.00, chiuso lunedì
Tel.060608
Sito Internet: www.museicapitolini.org