[oblo_image id=”2″] All’inizio della stagione era solo una speranza. Gara dopo gara è diventata una convinzione. Ora anche l’aritmetica dà la certezza. Denise Karbon è la regina dello slalom gigante, un trionfo meritatissimo che sancisce un’indiscutibile supremazia sulle avversarie. Dopo l’annullamento per le cattive condizioni atmosferiche delle gara di Zwiesel, l’azzurra ha 181 punti di vantaggio sulla seconda in classifica,l’austriaca Elizabeth Goergl: un distacco incolmabile poichè è in programma soltanto un altro slalom gigante.

Ma al di là delle qualità tecniche dell’altoatesina, ad incantare è il sorriso che illumina il volto al termine di ogni discesa. Una semplicità disarmante per chi si è ritagliata il proprio spazio dopo essere cresciuta avendo negli occhi un mito dello sci rosa come Deborah Compagnoni. E proprio la Compagnoni è stata tra le prime a complimentarsi direttamente in una una sorta di regale passaggio di consegne. La Karbon è la punta dello sci italiano, ma è tutto il movimento ad essere in forte crescita. La vittoria di Hell in discesa libera a otto di distanza dall’ultima perla di Kristian Ghedina mostra come gli anni bui per la valanga azzurra siano solo un ricordo.

La Karbon ha ormai compreso la sua nuova dimensione: la Coppa del Mondo è soltanto il trampolino di lancio verso nuovi obiettivi. I Mondiali e le Olimpiadi la attendono con la consapevolezza di essere la favorita numero uno. Ma siamo sicuri che quel sorriso contagioso continuerà ad accompagnarla ed è l’immagine più bella dello sci azzurro. Una cartolina di come dovrebbe essere vissuto lo sport sapendo che la passione non si spegne neanche quando si è colpiti da un infortunio o dalla cattiva sorte. Non l’abbiamo vista mai lamentarsi neanche quando una frattura alla mano sembrava compromettere la seconda parte della stagione. Nessun vittimismo, tanto lavoro e rapidamente è risalita sul gradino più alto del podio.

Complimenti allora a Denise Karbon, e per un pò evitiamo gli accostamenti alle campionesse del passato. Chi vince la Coppa del Mondo può brillare di luce propria. Esattamente come il suo sorriso.