[oblo_image id=”1″] Forti prima, forti dopo. Deboli nel mezzo. Forza, suggestione, magia di una maglia. La Juve si interroga sulla rifondazione e scopre che alcuni dei suoi flop più clamorosi del recentissimo passato rifioriscono appena svestita la casacca bianconera. C’è chi come Tiago si regala due gol e un assist nella prima da titolare al Mondiale con il Portogallo: non ci sarebbe da sorprendersi se non fosse che in due anni e mezzo a Torino non avesse mai trovato la via della rete. Una maledizione per un centrocampista che ha dimostrato spiccate doti realizzative in Spagna, Inghilterra e Francia. C’è chi come Felipe Melo dopo aver inanellato prove imbarazzanti in serie nella sua prima stagione all’ombra della Mole, è tornato ad essere incisivo e sicuro con la divisa verdeoro del Brasile. E l’elenco potrebbe continuare. Pensiamo al ruolo di terzino sinistro: all’Olimpico si è assistito al mesto trascinarsi di Grosso mentre Criscito si meritava la Nazionale sotto la Lanterna e il vilipeso Molinaro si meritava l’ingresso nell top 11 della Bundesliga con lo Stoccarda. E sorvoliamo su altri nomi che hanno abbandonato Torino con la convinzione di non essere stati capiti sino in fondo. Le motivazioni del “fenomeno”? Magari è proprio il peso della maglia ad aver bloccato gli acquisti bianconeri. Forse sono stati decisivi errori di valutazione tattica nella loro scelta. Tiago e Felipe Melo sono stati invitati a muoversi da registi, peccato che nessuno di loro due abbia interpretato quel ruolo in carriera. In una squadra che gioca palla a terra come il Portogallo, il lusitano è tornato a muoversi a proprio agio propiziando e concludendo le trame offensive della formazione di Queiroz. Nel Brasile, Felipe Melo non ha sbagliato aperture o verticalizzazioni, semplicemente perché queste giocate non gli vengono richieste. Contrasta, chiude e con la palla al piede serve il compagno più vicino. Insomma, a Tiago viene chiesto di fare il Tiago e a Felipe Melo viene chiesto di fare il Felipe Melo. Facile come equazione, ma probabilmente qualcuno in corso Galileo Ferraris aveva sbagliato a fare i calcoli. La speranza è che la nuova dirigente sia meno distratta…

Advertisement