[oblo_image id=”1″]Se fino ad oggi pensavate che fosse l’Uomo l’unico essere vivente in grado di parlare e pensare, allora vi sbagliavate di grosso. Infatti secondo uno studio giapponese, condotto dal professor Shigeru Watanabe dell’Università Keio di Tokyo e pubblicato su ScienceDirect, alcuni animali sarebbero capaci di riconoscere se stessi, contare e utilizzare la memoria, fino a formulare pensieri e imparare sempre più parole, se l’animale è particolarmente acuto. Secondo Shigeru Watanabe, questi animali hanno un’intelligenza che si avvicina a quella dell’Uomo che, secondo Juliane Kaminski, psicologa cognitivista che ha collaborato alla ricerca, si sarebbe evoluta nel tempo grazie anche all’associazione di alcune specie animali con gli esseri umani. Un elemento che fa pensare che l’intelligenza superiore si sia sviluppata a più riprese e che non è esclusiva dell’Uomo.

[oblo_image id=”2″]Tra le varie specie animali studiate, quelle che hanno dato risultati più sorprendenti sono infatti quelle che, storicamente, sono sempre state più vicino all’Uomo e quelle che, geneticamente, gli sono più vicine. Se pensiamo per esempio che le pecore si credano tutte uguali, allora dobbiamo ricrederci. Esse infatti sono in grado di distinguere una cinquantina di individui simili e una decina di persone e se le ricordano per almeno un paio di anni. Antropologi del Max Planck Institute hanno invece studiato due cani in grado di riconoscere le parole di oltre 200 oggetti in un caso e 300 nel secondo e ne imparavano di nuove con facilità. Lo studio ha portato a concludere che i principi base dell’apprendimento verbale di Rico e Betsy, questi i nomi dei cani, sono gli stessi di quelli utilizzati dai bambini per l’apprendimento del linguaggio. Tra le specie più simili all’Uomo, invece, risultati interessanti si sono avuti con l’orango (che ha processi cognitivi) e con il bonobo (che conosce il linguaggio). Negli scimpanzè, infine, è stata trovata una regione cerebrale che sovrintende alla pianificazione e alla produzionedel linguaggio, sia di quelloparlatoche di quello gestuale.

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