orchiDal primo libro della fortunata saga di Monsieur Malaussène di Daniel Pennac arriva  giovedì 14 novembre, nelle sale italiane Il Paradiso degli Orchi, il nuovo film di Nicolas Bary.

Protagonista è Benjamin Malaussène che svolge la bizzarra professione di capro espiatorio dei grandi magazzini di Parigi: è pagato per prendersi la responsabilità di tutte le lamentele dei clienti e per impietosirli fino a costringerli a ritirare il reclamo. E quando il centro commerciale diventa oggetto di attentati dinamitardi, il sospettato numero 1 è proprio lui. Sarà questa la prima occasione in cui Benjamin cercherà di provare la sua innocenza e trovare il vero colpevole, supportato dall’amata zia Julie e dallatribù di fratelli.

Nel cast Raphael Personnaz, Bérénice Bejo, Emir Kusturica, Guillaume De Tonquédec.

E poi c’è il parere più autorevole di tutti che decreta il successo della trasposizione sulla pellicola cinematografiche delle peripezie letterarie dell’ineffabile signor Malausse. Lo stesso Daniel Pennac non nasconde il proprio stupore:

«Non avrei mai pensato che si potessero adattare cinematograficamente i Malaussène e di conseguenza non ho mai riflet­tuto molto a riguardo. Le sceneggiature che ho ricevuto durante questi ultimi vent’anni mi sono parse soltanto umilmente fedeli al mio romanzo, fino al giorno in cui Nicolas Bary, all’uscita di un teatro dove mi cimentavo nella lettura di Bartleby di Melville, mi ha atteso esclamando che avrebbe voluto portare sullo schermo “IL PARADISO DEGLI ORCHI”. Il suo entusiasmo e la sua determinazione, così contagiosa, non potevano che farmi dire immediatamente di si.

Mi è bastata una breve conversazione per comprendere che questo giovane ragazzo – aveva venticinque anni all’epoca – era pieno d’immagini. I due cortometraggi, che mi ha mostrato, hanno confermato la prima impressione che ho avuto di lui. L’immagine è il mezzo di espressione naturale di Nicolas Bary. Questa é la sua scrittura ed é al servizio di un universo tutto suo, che lo contraddistingue. Esattamente il tipo di scrittura a cui potevo affidare i miei Malaussène. Ne avrebbe fatto ciò che voleva, come lo avesse voluto, senza dover tradire la sua ispirazione per essere fedele ad ogni minima virgola del romanzo. Di fatto, devo riconoscere che il mio Malaussène è diventato il suo e il suo Malaussène mi piace.»

E se lo dice lui, c’è da crederci….

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