[oblo_image id=”2″]La Zen Zero srl, società di produzione indipendente costituita nel 2006, ha presentato questa pellicola durante la 66ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dove non è passata inosservata a causa della trama scottante e del linguaggio ripreso dal genere del melodramma. Con Il compleanno, infatti, il regista Marco Filiberti ha voluto rendere omaggio al suo autore preferito, ovvero l’indimenticabile Douglas Sirk, celebre per le sue opere intrise di passioni travolgenti e cambiamenti radicali nella vita dei personaggi (es. Lo specchio della vita, 1959).
Contrariamente al resto del film, le prime scene, girate all’interno del Teatro Pergolesi di Jesi, sembrano pervase da un’atmosfera abbastanza tranquilla: si notano appunto due coppie di amici che assistono alla rappresentazione di “Tristano e Isotta” in chiave wagneriana. Fin da questa occasione, comunque, emergono le varie personalità dei quattro protagonisti: Diego (Alessandro Gassman), eterno ragazzino fannullone seppur simpatico, si annoia e non vede l’ora che lo spettacolo finisca; la moglie americana Shary (Michela Cescon), giornalista dal carattere più mondano, non riesce a nascondere la propria inquietudine venendo distratta dall’incontro casuale con il fratello Leonard (Christo Jivkov); Matteo (Massimo Poggio), affermato psicanalista, è molto preso dalla tragedia, ne capisce il senso e la commenta, quasi a dimostrazione della sua superiorità culturale rispetto al resto del gruppo e alla stessa consorte Francesca (Maria de Medeiros) la quale, di indole buona e dolce, si sforza di nascondere il senso di inadeguatezza che a volte prova accanto a lui, per non farlo sfigurare in pubblico.
Con lo scorrere della trama, la tensione però salirà decisamente, fino a raggiungere il suo culmine in finale di tipo aperto. Dopo la breve parentesi teatrale, i nostri eroi si ritrovano per passare insieme le vacanze in una casa affittata nei pressi del Monte Circeo. La scelta è ricaduta su questa location poiché simboleggia anch’essa, con l’incontro leggendario tra Ulisse e la maga Circe, l’impossibilità di resistere a forti impulsi e sentimenti.
I problemi cominciano a venire a galla con l’arrivo di David (Thyago Alves), l’unico figlio di Diego e Shary, cresciuto in America con la madre. Ma il tentativo di riunire la famiglia da parte di quest’ultima si rivela un fallimento: Diego non riesce a capire i turbamenti del giovane, probabilmente perché non lo conosce affatto avendolo visto molto poco; per di più, riemergono gli antichi dissapori tra i due coniugi, dal carattere diametralmente opposto (volitivo e testardo quello di lei, debole e superficiale quello di lui). Anche il rapporto tra Matteo e Francesca verrà sconvolto da questa venuta: l’uomo si accorgerà di provare delle pulsioni omosessuali represse e di non avere una vita perfetta come credeva. Sarà proprio il ragazzo a risvegliargli tali istinti.
La gravità della situazione, comunque, sta nel fatto che tutti nel profondo sembrano conoscere la verità, sebbene non la vogliano ammettere ed affrontare. Un comportamento molto simile lo dimostra pure una paziente di Matteo, Giuliana (Piera Degli Esposti), che durante le sedute nasconde di avere un figlio handicappato. L’unico che vede le cose con chiarezza è Leonard, che cerca di aprire gli occhi agli altri ma, constatando che nessuno di loro è pronto per confrontarsi con la realtà, decide di partire e di lasciarli nelle mani del destino. Una sorte, secondo il cineasta, paragonabile a quella dell’Italia, nazione sofferente di passività e di omertà.
Alla travagliata storia fa da sottofondo sia la musica classica di Wagner, che quella leggera degli anni Settanta, rievocata dagli stessi personaggi rispolverando vecchi dischi in vinile o attraverso dei rimandi diretti.