Martin Scorsese a Torino – Foto Marco Baracco

Le immagini fotografiche, che siano singole istantanee o che scorrano in fila sulla pellicola cinematografica, rappresentano ognuna un “pezzo” del Tempo. Che questa entità esista davvero, che sia lineare o – come afferma la teoria della non-località nella fisica quantistica – che tutto succeda in un infinito “adesso”, in ogni foto si ferma un istante. Le caratteristiche visive ed emotive di quel momento sono determinate da cosa resta impresso nell’immagine: persone, cose, paesaggi, ambiente. Ogni dettaglio ha un’impronta che ci fa “sentire” che si tratta di una foto degli anni ‘50, o che stiamo vedendo un film degli anni ‘20, un western all’italiana o uno scatto olimpico. Tutti questi segnali del Tempo fanno parte di un “tesoro” della memoria. Sarebbe saggio non perderlo, un tale patrimonio.

Martin Scorsese a Torino – Foto Marco Baracco

Di questo ha parlato Martin Scorsese durante la conferenza stampa che si è tenuta lunedì 7 ottobre a Torino, al Museo del Cinema, nella spettacolare Aula del Tempio della Mole Antonelliana. L’ottantaduenne regista statunitense, che si trova in viaggio con la famiglia alla ricerca delle proprie origini italiane, nel 1990 ha dato vita con altri registi del suo calibro alla Film Foundation. L’ente, da lui presieduto, si occupa della conservazione e del restauro dei grandi film del passato. Attualmente c’è in progetto un ponte di collaborazione tra cineteche che potrebbe segnare un passo in avanti notevole nel processo di internazionalizzazione del Museo del Cinema. Ci si augura che questi segnali del Tempo abbiano così l’opportunità di essere proiettati nel futuro, per essere fruibili soprattutto dai giovani. In occasione di questa sua visita è stato insignito del

Quei bravi ragazzi, film cult di Martin Scorsese

Premio Stella della Mole alla carriera, riconoscimento che viene attribuito a grandi protagonisti del cinema mondiale. Gli è stato donato anche un cofanetto DVP contenente tutto il materiale relativo a Cabiria, pellicola a lui molto cara.

Ogni immagine dunque rappresenta un ritaglio nell’infinita trama del vissuto, dove ognuno di noi va a collocare la propria esistenza, attimo dopo attimo, accompagnata da emozioni e sentimenti; queste impronte sono ben conservate nella memoria umana e si evolvono con il percorso personale.

Cabiria

Sono quindi un’occasione esclusiva e soggettiva. In quest’ottica emerge quella che – come l’ha definita un caro amico artista – è la propria “urgenza di comunicare”. Ognuno di noi infatti cerca continuamente di tramandare il proprio vissuto, anche in termini interiori, attraverso il racconto ed ogni valida occasione per condividere i contenuti dell’esperienza.

Dolmen, Val di Ala (To) – Foto Marco Baracco

Per quanto riguarda il mio percorso personale, questa visione coinvolge tutte le sfere dell’essere, impegnando la mente e lo spirito in un lavoro continuamente interconnesso. Ogni volta che il dito ha premuto il pulsante di ripresa c’è sempre stata l’intenzione di non lasciare l’immagine a se stessa, ma di farne sempre un messaggio. È così che la comunicazione è avviata e può viaggiare verso chiunque sia o possa esserne il destinatario. In questo modo anch’io ho depositato nell’Universo i miei segnali del Tempo.

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