[oblo_image id=”1″] Chissà se un comico islandese avrà voglia di raccontare le sventure dal dischetto di Emile Halfredsson come fece Paolo Rossi – il cabarettista, non l’uomo del mundial 82 – in un celebre monologo ispirato dai due rigori falliti da Evaristo Beccalossi in un lontano Inter-Slavia Praga di Uefa. Di certo, il povero numero due della Reggina ricorderà come un incubo gli ottavi di finale di Coppa Italia. Partita tesa e sul filo dell’equilibrio: ma ad un minuto dal termine dei tempi regolamentari arriva l’episodio che potrebbe dare la svolta alla gara. Rakic viene atterrato in area dal portiere friulano Belardi: l’arbitro concede il penalty e sventola il cartellino rosso per l’estremo difensore. Viene gettato nella mischia l’esordiente Koprivec, sul dischetto si presenta un pò a sorpresa Halfredsson. Se ti capita di dover tirare un rigore decisivo nel concitato finale di gara e davanti ti trovi un portiere al debutto, puoi fare molte cose: cercare una finta, scegliere la soluzione di potenza, optare per la conclusione di precisione. Ma una cosa è certa. Devi assolutamente centrare la porta. Ed invece il centrocampista islandese manda la palla in tribuna. A quel punto sono inevitabili i supplementari che però non schiodano lo 0-0. E allora si arriva alla lotteria dei rigori. Un dubbio si insinua nella mente di Halfredsson. Lasciare la responsabilità agli altri o provare a riscattarsi in prima persona? Vince il coraggio e il numero due si presenta nuovamente dal dischetto. Stavolta per non correre rischi decide di non angolare troppo ma Koprivec para il primo penalty della carriera in una gara ufficiale. A completare la beffa arriva l’eliminazione della Reggina: non serve infierire sul povero Alfredsson, ormai capro espiatorio per professione come Benjamin Malausséne nei romanzi di Daniel Pennac.

Se può consolarlo. non è il primo a subire la maledizione del “doppio” rigore sbagliato. Oltre al celebrato Beccalossi, anche uno specialista come Pirlo è incappato in un’analoga serata no dal dischetto con la maglia dell’under 21. C’è poi chi è uscito dalla storia per entrare nel mito come il pittoresco attaccante Martin Palermo. All’esordio con la maglia della nazionale argentina, la punta del Boca Juniors riuscì a sbagliare addirittura tre calci di rigore in novanta minuti. E poi non si è sempre detto che presentarsi dal dischetto è una dimostrazione di personalità? Siamo sicuri, quindi, che Halfredsson supererà la serataccia del Friuli. Qualcuno, in fondo, lo aveva cantato con largo anticipo: un giocatore non si giudica da un calcio di rigore…

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