[oblo_image id=”1″]Fino al 2 marzo 2008 il Palazzo delle Esposizioni di Roma ospitera’ l’unica tappa italiana della mostra fotografica dedicata a Gregory Crewdson. Il fotografo americano, nato a New York nel 1962, ha affrontato temi complessi e coinvolgenti come la nevrosi, le paure e i desideri segreti di una società che osserva l’abisso della propria psiche. Gia’ dalla metà degli anni ’80 le sue opere, veri e propri psicodrammi fotografici, sono state capaci di paralizzare il tempo nello spazio scenico allestito per uno scatto, mantenendo in sospeso il confine labile e alterato tra vita reale e vita onirica. L’esposizione, a cura di Stephan Berg, presenta il percorso artistico di Crewdson a partire dagli inizi, risalenti agli anni 1987-88 con la cosiddetta serie “Early Work”, fino alla serie più recente, intitolata “Beneath the Roses” (2003-2005), passando per le opere degli anni ’90 tra cui la serie “Natural Wonder” e “Dream House”.

[oblo_image id=”2″]La mostra unica tappa italiana di un tour che tocca varie città europee e’ stata organizzata, in collaborazione con Gregory Crewdson, dal Kunstverein Hannover e offre una retrospettiva completa del lavoro dell’artista, rappresentato in questa occasione da tutte le sue serie fotografiche più importanti, dai lavori giovanili che l’autore creò quand’era ancora studente, fra l’86 e l’88. alla serie “Natural Wonder” che riflette il fascino provato da Crewdson in rapporto ad eventi di una natura magica e mistica, alla serie “Twilight” (1998-2002) che segna il riconoscimento internazionale del fotografo americano. Nelle ultime serie “Dream House” (2002), e “Beneath the Roses”, 2003-2005, Crewdson sembra lavorare decisamente più come un regista che come un fotografo. Le sue immagini, ambientate nell’America suburbana, rivelano come citazioni, riferimenti e motivi ispiratori più immediati: i film e i miti di Hollywood. Le bellissime e complesse messe in scena sono preparate accuratamente con l’aiuto di un folto team di aiutanti, in studio o nelle location prescelte.

[oblo_image id=”3″]Crewdson, che è stato un influente professore dell’Università di Yale, si mostra a sua volta influenzato, nelle sue precise e realistiche descrizioni dell’America rurale, dallo stile documentaristico inventato a suo tempo da fotografi storici come Walker Evans e William Eggleston. Ma con il suo uso di luci teatrali e l’impiego di elementi fantastici e soprannaturali e con la sua fiducia in uno stile largamente narrativo, ha di fatto portato ancora più avanti la tradizione della staged photography, lanciata da artisti come Cindy Sherman e Jeff Wall, e che è ormai considerata uno delle modalità espressive più importanti della fotografia contemporanea. Accanto alla mostra di Gregory Crewdson, una rassegna cinematografica “Cinema visionario”, dal 10 gennaio nella sala Cinema di Palazzo delle Esposizioni, propone tra le altre, le pellicole di David Lynch, David Cronenberg, Lars von Trier e i fratelli Coen.

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