[oblo_image id=”1″]Nato il 4 febbraio del 2004 dall’inventiva di uno studente di Harvard, Mark Zuckerberg, Facebook è diventato nel giro di pochi anni uno dei più importanti social network a livello internazionale.

In Italia a partire dall’agosto scorso è avvenuto un incremento di iscrizioni dell’ordine del 961%: una crescita esponenziale che ha visto nel solo mese di agosto 2008 l’iscrizione di 1.369.000 utenti.

Nonostante l’enorme successo, FB (o “feisbuc” o “faccia-libro” o “chiamatelocomevipare”) è finito molto spesso sotto la lente d’ingrandimento dei vari Garanti della privacy europei e della stessa Commissione UE per numerose violazioni della privacy, in primis per la presenza del nome e cognome degli iscritti sui motori di ricerca.

Fino ad oggi, nonostante gli inviti dei Garanti, digitando il nome di una persona qualsiasi su un motore di ricerca (provate con il vostro nome se siete iscritti o con quello di un vostro amico) potete tranquillamente scoprire se ha un profilo su questo network.

L’altra caratteristica che ha attirato l’attenzione su questo nuovo fenomeno dilagante in rete è l’utilizzo (obbligatorio) della propria identità reale, senza la possibilità di utilizzo di pseudonimi o nickname da parte degli utenti, a pena di esclusione.

Nato nel tentativo di far incontrare vecchi compagni di liceo e di lavoro, Facebook è diventato oggi probabilmente uno dei più grandi database di dati sensibili del pianeta, dal momento che moltissimi utenti, oltre al proprio nome vero, aggiungono anche il proprio indirizzo di residenza, l’indirizzo del proprio ufficio, non lesinando neppure a mettere numero di cellulare personale e di casa.

Sebbene sia vero che la stragrande maggioranza dei facebookiani “aggiunga come amici” solo conoscenti o ex amici di scuola e di università, tutelando in questo modo la propria privacy da occhi “indiscreti”, quello che è importante sottolineare è che tutte queste informazioni sulla propria vita privata, sui propri interessi, sui propri orientamenti politici e religiosi e sulla propria cerchia di amici siano “regalate”, senza troppi pensieri, a uno dei nuovi colossi della virtuality mondiale.

I grandi marchi e le grandi multinazionali gongolano davanti a questi imponenti flussi di informazioni che sicuramente permetteranno loro di risparmiare tantissimi soldi in indagini di mercato sui gusti e sulle tendenze dei consumatori.

In molti paesi sta già avvenendo una tendenza inversa, vale a dire una fuga da Facebook proprio in nome di una maggiore privacy personale: una della più famose è sicuramente avvenuta in Francia e in Spagna in cui circa 40.000 utenti hanno deciso di cancellare il proprio account nello stesso momento.

Vedremo in futuro cosa ci riserverà questo social network… nel frattempo utilizziamolo con occhio vigile.

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