Sono stati tanti i consensi ottenuti con gli spettacoli “Fare il napoletano stanca” (del 2010) e “Se io fossi San Gennaro” (del 2012), e ora Federico Salvatore torna a teatro. L’artista non cambia registro nel suo nuovo spettacolo ma “persevera” sulla strada del Teatro-Canzone legando la canzone d’autore al monologo dialogico e parodistico e affrontando tematiche di impatto sociale e culturale.
In “…E NOI ZITTI SOTTO!” – citazione tratta dal film “Non ci resta che piangere” di Massimo Troisi, il cantautore napoletano presenta le nuove tematiche scritte per l’album in vernacolo PULCIN’HELL, pubblicato il 21 ottobre scorso proponendone i pezzi più significativi: Chella vajassa d’’a Musa mia, ‘O Palazzo, L’Inno di Papèle, L’Accademia ‘e ll’ova toste, Cammenanno, Lato B, Napocalisse, Dint’o scuro.
Nel secondo tempo ritornano sul palco i “successi mediatici” a cui Federico Salvatore diede voce negli anni della sua popolarità: dalle “Ninna nanne” agli “Incidenti” (rivisitati e rinnovati negli arrangiamenti), per poi bissare con l’intramontabile e richiesta tarantella j’accuse di “Se io fossi San Gennaro”.
In sintesi, lo spettacolo “…E NOI ZITTI SOTTO” è un’altra “provocazione”, una voce di protesta ed è bene che una protesta sorga proprio da Napoli, poiché è della città che si parla e, soprattutto, si tratta di arte napoletana.