[oblo_image id=”1″]Secondo atto per una delle giovani band più interessanti del nostro panorama musicale: dopo “Acide considerazioni”, ecco “Basta!”, un vero e proprio grido di dolore verso una situazione sociale ed economica ormai alla deriva.
Un disco la cui forza trainante sono i testi aspri e crudi di denuncia, pensato e concepito come voce del popolo ormai stufo di essere illuso e di subire passivamente gli eventi che lo portano verso il baratro.
Uno dei pregi dell’album sono gli arrangiamenti, pensati ad hoc per non appesantirne i contenuti: rock allo stato puro senza troppi fronzoli, ma che grazie a delle melodie di ottimo impatto si presta bene ad un facile ascolto da subito, senza però mai stancare.
Interessanti i messaggi dati attraverso la creazione di personaggi come “Ernesto il qualunquista” , “il giovane lesto” o la citazione di Claudio Lippi che rifiuta una Tv ormai troppo trash e piena di volgarità.
Lontani da clichè ruffiani (“siamo stufi di sentire sole, cuore e amore…sono tre parole che fermano il rumore”), i Lega Leggera confezionano un prodotto pieno di rabbia, impetuoso ma anche riflessivo, pervaso comunque dalla speranza che è il momento delle svolta, delle risposte.
E’ il disco dei nostri tempi, dove precariato e disinformazione la fanno da padroni: e se i maestri De Andrè, Battiato e CSI sono stati i precursori delle denunce del malessere di una società malata, adesso è ora di reagire, di farsi sentire, di scrollarsi il torpore di dosso.
Fra i momenti più significativi, da segnalare il duetto con con Pasquale Sorrentino ne “La ballata del giovane lesto” e quello con Aurora Pelosi in “Ernesto il qualunquista”, mentre le punte più alte sono senza dubbio i brani “Sabbie mobili”, con lo splendido arpeggio iniziale delle chitarre elettriche e la poderosa “Quel fiume”.
[oblo_image id=”3″]Struggente e bellissimo il finale, con piano e voce a ricamare le note di “Più fragile dell’amico fragile”. Quando i Lega Leggera riusciranno a intervallare il loro sound con alcuni fraseggi che possano renderlo più arioso e più vario limando un certo incedere ansioso senza per questo perdere di efficacia, sarà di diritto una band che non avrà da invidiare nulla a nessuno.
Siamo stati al MEI di Faenza, dove “Basta!”è stato presentato ed abbiamo scambiato due parole con Aldo Campana, leader ed autore dei testi del gruppo.
Parlaci dei contenuti concettuali e musicali del disco.
“Basta!” è la riscossa di una generazione, è il grido di sdegno come conseguenza della rottura di scatole per un vuoto mediatico che ha imbalsamato i cervelli. Il disco è una lucida fotografia di questo decennio di transizione. E’ la colonna sonora di queste manifestazioni, di questo risveglio di protesta, è la voce della minoranza chiassosa alla quale apparteniamo.
Nel disco troverai storie di personaggi che animano il nostro quotidiano, per cui c’è lo studente, il lavoratore precario, l’universitario, ecc.
E’ il secondo album dei Lega Leggera: in che fase siete dal punto di vista musicale?
Sicuramente in una fase matura! Matura perchè alle “Acide considerazioni” del primo disco abbiamo saputo dare delle risposte sia in termini musicali che in termini testuali.
La musica é rock quindi tra le tante opzioni del diario aperto dal primo disco noi abbiamo scelto la strada del Rock, un rock secco, deciso ed immediato. I testi invece hanno quella familiarità di fondo che consentono ai Lega di essere quello che sono: la voce della piazza che pensa, protesta e reagisce!
La figura di Giovanni Lindo Ferretti, così come nel primo lavoro, è presente anche in “Basta”: oltre che stilisticamente, in che modo lui è stato ed è fonte di ispirazione?
Qui bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio! Mi spiego: se in Italia suoni rock è inevitabile attingere da Ferretti, Battiato, Vasco, Area, Litfiba, ecc.
Per cui le canzoni che scrivi sono figlie di ciò che vivi e ciò che i tuoi maestri ti hanno insegnato.
“Basta!” è un disco maturo per cui gli insegnamenti vengono assimilati e filtrati restituendo un concept che ha una sua personalità!
Per noi la trilogia Cccp-C.s.i.-P.g.r. rappresenta la massima espressione
La scelta di fare un rock impegnato che per ovvie ragioni difficilmente potrà raggiungere certe “fette” di pubblico, in che modo può comunque essere una carta vincente anche in un momento di crisi discografica ormai ai massimi livelli?
L’obiettivo principale dei Lega Leggera era quello di sfornare un album maturo artisticamente capace di essere lo specchio del proprio quotidiano e di quelli che lo circondano, per cui ora bisogna verificare se questo obiettivo è stato raggiunto. Se è così, è lecito auspicarsi anche un riscontro in termini di consenso ai concerti, dalla critica e magari di vendite di cd.