[oblo_image id=”3″]L’11 febbraio è stata una data storica per l’Australia, per la prima volta gli Aborigeni hanno visto riconosciuto ufficialmente dal parlamento il diritto sulle loro terre. A Canberra gli aborigeni, con i loro costumi tipici e i corpi dipinti hanno partecipato per la prima volta in 107 anni di storia all’inaugurazione della stagione dei lavori del Parlamento.

Una notizia confortante, nel giorno in cui i deputati del governo australiano hanno riconosciuto a tutti gli effetti che la città è stata costruita su una terra storicamente appartenuta alle popolazioni aborigene locali, ed occupata dagli europei senza diritti effettivi.

La cerimonia si è svolta il giorno precedente alle scuse ufficiali del primo ministro Kevin Rudd per le politiche di integrazione applicate sulle tribù aborigene del passato, politiche di civilizzazione forzata che poco spazio lasciavano alle tradizioni locali, e colpevoli di abusi efferati, come la sottrazione dei bimbi aborigeni alle famiglie originarie ed il loro inserimento in famiglie di bianchi.

[oblo_image id=”2″]Centinaia di aborigeni provenienti da tutta l’Australia hanno raggiunto ad ondate successive la capitale, accampandosi davanti al parlamento, con la speranza dell’inizio di una svolta epocale nella politica governativa, troppo spesso cieca davanti alle esigenze di una minornza che costituisce però le radici della storia del continente australiano.

Gli anziani delle tribù aborigene hanno letto messaggi e pronunciato discorsi, ed un rappreentante della tribù Ngunnawal è stato invitato a dare il benvenuto tradizionale aborigeno ai deputati in quella che è a tutti gli effetti la terra natale del suo popolo.

Il tutto ha avuto luogo in maniera assolutamente pacifica, tra danze tradizionali ed esibizioni tribali, a chiara dimostrazione che, in fondo, non sono gli aborigeni la popolazione meno civile.

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