[oblo_image id=”1″] “Crisi, critica e cambiamento” èil tema generale dell’XI Congresso dell’Associazione Europea di Sociologia (ESA), che si e’ svoltaa Torino, dal 28 al 31 Agosto 2013. Organizzato dal Dipartimento di Culture Politica e Societàdell’Università di Torino, il convegno ha visto la partecipazione di oltre duemila studiosi provenienti datutti i paesi europei, oltre che i principali paesi Occidentali e non, segnalandosi come uno dei piùrilevanti in termini numerici tra quelli organizzati dall’associazione.

La crisi che sta attraversando lasocietà europea non poteva che essere al centro dell’attenzione della comunità sociologica,chiamata a interrogarsi sui diversi aspetti – economici, politici e sociali – che la contraddistinguono.Quali sono le basi storiche della finanziarizzazione dell’economia? La crisi dell’Eurozona minaccia lasopravvivenzadell’Unione Europea? Il ‘modello sociale’ europeo sarà messo fuori gioco? Qualisono gli effetti della crisi, dal lavoro alla famiglia, dalla partecipazionepolitica al ruolo della scienza? I media come stanno narrando la crisi, e conquali ricadute sui comportamentiindividuali e collettivi? Queste alcune delle domande su cui  i partecipanti sono chiamati a riflettere.

Punto di partenza è laconstatazione che la crisi è attraversata da due processi. Uno è la profonda trasformazione della società indirezione di un accrescimento dei poteri privati e dell’adattamento dello stato ai flussi globali dicapitale. L’altro è la fioritura di forme di critica differenziate per modalità contro impianti e infrastrutture e la privatizzazione delle risorse,o lemobilitazioni nel bacino del mediterraneo (Grecia, Spagna, Turchia, paesiarabi), a quelle più sotterranee come i cambiamenti negli stili di vita e nellepratiche quotidiane (slow food, decrescita, finanza etica ecc.). Si trattaquindi di capire come crisi e critica interagiscono puntando in direzione di uncambiamento che sarà probabilmente profondo,a partire dalla constatazione chel’Europa non può sussistere come mero regime tecnico, ma deve (ri)scoprirsicome collettività animata da una visione condivisa della società edel benessere delle persone. e contenuti, da quelle più sonore e visibili comeil movimento occupi, le proteste localiIl convegno èanche un’occasione per riflettere sul ruolo della sociologia,qualeinsieme diapprocci e conoscenzeutili ai cittadini e ai decisori politici, ma sempre più marginalizzate (anchein termini di risorseper la ricerca) a favore di letture schiacciate sull’economia –vista come unasfera autonoma dotata dileggi proprie che solo gli specialisti sanno decifrare – e più in generale susaperi tecnici presentaticome neutrali rispetto a scelte che incidono profondamente sulla vita dellepersone.

Ha aperto ilconvegno la relazione di Mary Mellor, professore emerito alla NorthumbriaUniversity di Newcastle (Gran Bretagna) e autrice del libro“The future of money: from financialcrisis to public resource”.Nelle sessioni plenarie sono intervenute inoltre Chiara Saraceno (Università diTorino), che sisoffermerà sui mutamenti sociali in corso, Stephan Lessenich (Università diJena, Germania) che ha affrontatoil tema della critica, e Rajeev Bhargava(CSDS – Centre for the Study ofDeveloping Societies,India), che ha offerto una visione dall’esterno della crisi europea.

Permaggiori informazioni consultare il sito http://www.esa11thconference.euocontattare Giovanni Semi al numero 3289666998,email: giovanni.semi@unito.it

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